Gerusalemme, nel 2030 i palestinesi saranno il 12% e gli ebrei l’88%

Ramallah – Wafa', InfoPal. Khalil at-Takfaji, è intervenuto dal Centro Studi Arabi a proposito della recente notizia con la quale Israele ha reso ufficiale il proprio piano per la costruzione di 60mila unità abitative (le colonie illegale, ndr) ad al-Quds (Gerusaleme) nei prossimi 20anni.

“Lo scopo israeliano è cambiare la demografia di Gerusalemme”.

Rivolgendosi alla radio “Voce Palestina”, l'esperto ha specificato che “entro il 2030 la presenza palestinese a Gerusalemme sarà appena del 12%, contro un 88% di quella ebraica. In questo modo, la divisione della città tra i due Stati sarà impraticabile.

“Stando a questo piano, Israele costruirà su ogni fazzoletto di terra a Gerusalemme, sulla parte occupata nel 1967, nei quartieri palestinesi, espanderà le colonie già esistenti e modificherà la realtà demografica.

“Il messaggio avrà un duplice destinatario: ai palestinesi, agli arabi e alla comunità musulmana, Israele intende dire che 'Gerusalemme è la capitale di un solo Stato, quello ebraico”. Alla comunità internazionale che “la città Santa è di tutti gli ebrei sparsi nel mondo e non sarà mai divsa. Costruire a Gerusalemme quindi sarà per Israele come sviluppare una qualunque altra città, ad esempio come a Tel Aviv”.

Il piano per l'edificazione delle 60mila unità abitative risale al 1994, tra l'altro, anno in cui partivano gli Accordi di Oslo per il riconoscimento di un'autodeterminazione palestinese. Fa parte del “piano 2020”, poi “promosso a “piano 2030”.

 

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