Gerusalemme, piano israeliano per sfrattare ed espellere 20 mila palestinesi.

Gerusalemme – Pic. Il Centro al-Quds mette in guardia da un piano israeliano per espellere dalle loro case circa 20.000 abitanti di Gerusalemme, dietro il pretesto dell’“abusivismo”. Ciò accelererebbe il processo di giudaizzazione della città.

Il Centro fa sapere che la famiglia di Mari Radayda è stata informata dalle autorità israeliane sarà deportata dal quartiere di Ashqariya, a Beit Hanina. Il Centro sottolinea il fatto che con ciò si vuole punire la famiglia di Mari, ucciso quando guidò un bulldozer contro un’auto della polizia ed un autobus.

Il dipartimento ricerche del Centro accusa le autorità israeliane di perseguire una pulizia etnica trasferendo illegalmente masse di palestinesi dalle loro residenze con il pretesto che le autorità non ne riconoscono la legittima proprietà e che essi non sono in possesso di carte d’identità di tipo “blu”.

La politica seguita da Israele è infatti quella della “sostituzione”, poiché porta a vivere degli ebrei negli stessi luoghi da cui sono stati cacciati i palestinesi.

Dal canto suo, la Fondazione al Maqdisi per lo sviluppo sociale ha fatto sapere che Israele ha notificato a dei residenti palestinesi che vivono in un complesso di 32 appartamenti a Beit Hanina che le loro case saranno demolite, sebbene vi vivano circa 160 persone, perlopiù bambini.

Il “Jerusalem Post” riporta inoltre che il Consiglio municipale della città santa ha predisposto la demolizione di decine di case palestinesi nel quartiere di Silwan. Il presidente del Consiglio municipale, Nir Barkat, ha infatti dato l’ordine alla sua squadra di prepararsi, in coordinamento con polizia.

Ma i “palestinesi del ‘48” denunciano il vice ministro degli Esteri Danny Ayalon per aver dichiarato che questi palestinesi vanno deportati nelle terre poste sotto il controllo dell’Anp. Al quotidiano “Al-Sharq al-Awsat” egli aveva infatti dichiarato che gli “arabi di Israele non perderanno nulla” se andranno a vivere nelle terre del futuro “Stato palestinese”.

I parlamentari “arabi” del parlamento israeliano, invece, deplorano con forza queste affermazioni e sottolineano che i “palestinesi del ‘48” sono i veri proprietari delle terre, mentre gli israeliani, portati qui da tutte le parti del mondo, sono quelli che devono lasciare la Palestina.

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