Gerusalemme sotto assedio. 8000, tra soldati e coloni israeliani, hanno assaltato la moschea di al-Aqsa

Al-Quds (Gerusalemme)-InfoPal. Un’organizzazione palestinese attiva nel monitoraggio delle violazioni israeliane dei luoghi sacri islamici, nei territori del ’48, ha documentato molti casi di irruzione nella moschea al-Aqsa, i cui protagonisti sono migliaia di coloni e soldati dell’esercito israeliano. 

La fondazione, al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi ha reso noto che “dall’inizio del 2012, il numero dei coloni e dei membri di gruppi ebrei, che hanno assaltato la moschea al-Aqsa ha raggiunto circa i 4.700, che si aggiungono ai 3.250 soldati, per un totale di circa 8 mila tra coloni e soldati. Inoltre circa 220 mila turisti stranieri hanno visitato la moschea indossando degli abiti non consoni alla sacralità del luogo”. 

Domenica 30 settembre, la fondazione ha diffuso un comunicato nel quale ha lanciato un appello alla comunità islamica “perché sostenga seriamente la moschea e la città di Gerusalemme, alla luce di ciò che subiscono ogni giorno, tra aggressioni e violazioni della sacralità di al-Aqsa, e i piani di ebraicizzazione della città di Gerusalemme”. 

La fondazione ha riferito che “l’occupazione cerca di incrementare la presenza quotidiana degli israeliani che eseguono i loro riti talmudici nella moschea, così come i turisti stranieri, che vi entrano con abiti non adeguati alla sua sacralità. Il tutto avviene sotto la stretta sorveglianza delle forze di occupazione”. 

Ha anche indicato le restrizioni all’accesso dei fedeli musulmani nella moschea, “in molti casi vengono imposti dei limiti di età per l’ingresso, inoltre molti cittadini di Gerusalemme vengono diffidati dall’entrare nella moschea per periodi che vanno dalle settimane agli anni”. 

La fondazione ha avvertito che le irruzioni compiute dai coloni e dai soldati, in aggiunta alla presenza quotidiana dei turisti stranieri, stanno diventando dei fenomeni quotidiani che rischiano di trasformarsi in attività abituali e passare inosservate. 

L’organizzazione ha invitato tutti i palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme ad intensificare la loro presenza quotidiana nella moschea, sottolineando la necessità di rompere il silenzio su quanto sta accadendo nella Città Santa e nella sua moschea.