Gianni Minà, un grande giornalista contro l’imperialismo

InfoPal. Di Lorenzo Poli. “Ci sono giornate che nella loro fine raccontano perché sarebbe stato meglio che non fossero mai cominciate. Una di queste è quella di oggi (27 marzo, ndr) che reca la pessima notizia della scomparsa di Gianni Minà. Ho lavorato in alcune occasioni con lui: l’ho intervistato, ho scritto per la sua rivista Latinoamerica e ho collaborato anche in altri ambiti che nulla avevano a che fare con la politica estera. E’ stato un piacere e un onore incontrarlo ogni volta, anche quando succedeva per caso al bar vicino casa nostra e la sua rubrica telefonica resta per me un cimelio della storia. Gianni è stato esattamente ciò che un giornalista dovrebbe essere. Curioso, preparato, impertinente ed innamorato delle cause giuste. Di quelli che scrivono e lavorano per i loro lettori e per il pubblico e non per compiacere il loro editore.

“Venne emarginato dalla RAI perché aveva portato alla luce l’ipocrisia di chi ha lanciato contro Cuba solo terrorismo e infamie narrative. Sì, Gianni è stato amico fraterno di Cuba, il luogo del mondo dove la distanza tra chi ha tutto e chi non ha nulla è stata azzerata. Ma non è stato un tifoso, un fanatico ideologico: Gianni si è innamorato di Cuba dopo e non prima di averla conosciuta a fondo e l’amicizia con Fidel è stata un attestato reciproco di stima e affetto tra un giornalista vero ed uno statista immenso. Siamo tutti più poveri di ieri (27 marzo)”.

Così ha scritto Fabrizio Casari, giornalista e latino-americanista direttore di Altrenotizie.org.
Se n’è andato Gianni Minà, giornalista e documentarista serio e scomodo.

Gianni Minà è soprattutto quello che lo ha portato ad essere dimenticato, censurato ed oltraggiato dalla RAI, che ha contribuito a rendere grande, invidiata in tutto il mondo. Grande conoscitore dell’America Latina e solidale con i popoli in lotta. Sognava un mondo multipolare, non un mondo unipolare guidato da NATO e Stati Uniti. Fidel Castro (con cui ha girato 16 ore d’intervista) Maradona, Lula, Hugo Chavez, Muhammad Ali, Gabriel García Márquez sono stati personaggi che lui ha conosciuto e stimato personalmente. Malinconia per un giornalismo vero, scomodo, coraggioso, umano, fuori dal coro e di sinistra che è sempre più difficile trovate. Per non parlare di una televisione elegante, sorprendente, colta come lui sapeva fare. Se ne va un pezzo della storia  del giornalismo dalla parte degli oppressi, se ne va un conoscitore del mondo dello stesso calibro di Giulietto Chiesa. Ma soprattutto, se ne va un giornalista contro l’imperialismo. 

La Redazione di InfoPal porge le più sincere condoglianze alla famiglia Minà, che da anni cerca di prendere possesso e digitalizzare l’archivio storico dei suoi lavori che la RAI sta lasciando marcire: un vero e proprio patrimonio artistico-culturale nazionale che è interesse di tutti proteggere per le verità che propone. Condoglianze anche a L’Antidiplomatico, con cui da anni collaborava appassionatamente.