Giochi di guerra al largo del Mar nero. Dal Manifesto.

Giochi di guerra al largo del Mar nero.

Da www.ilmanifesto.it del 30 maggio.

di Michele Giorgio
Gerusalemme
Si fanno più strette le relazioni tra Israele e Nato, uno sviluppo che gli analisti mettono in relazione alla preparazione di un possibile attacco militare contro le centrali nucleari iraniane. Un portavoce israeliano ieri ha annunciato che il prossimo mese, unità della marina dello stato ebraico prenderanno pienamente parte, per la prima volta, a un’esercitazione navale della Nato che si terrà nel Mar Nero. Durante i giochi di guerra, denominati «Cooperation Mako», saranno simulati combattimenti tra navi lanciamissili e si terranno operazioni di ricerca e salvataggio. Israele, che in precedenti esercitazioni Nato è stato presente solo in veste di osservatore, è interessato in modo particolare all’azione combinata tra le varie forze aeree. «Nella situazione strategica che regna attualmente in Medioriente è meglio avere tanti alleati», ha spiegato Alon Ben David analista di Jane’s Defence Weekly aggiungendo che Tel Aviv collaborando con i paesi dell’alleanza atlantica segnala agli Usa che non agirà da sola contro Tehran – eviterà raid aerei come quello contro la centrale irachena di Osirak nel 1981 – e di essere pronta a cooperare con i paesi occidentali alla «soluzione del problema iraniano».
L’avvicinamento israeliano alla Nato va avanti già da tempo. Lo Stato ebraico infatti partecipa al programma Nato denominato «Dialogo mediterraneo» insieme ad alcuni paesi arabi – Algeria, Egitto, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia – , i suoi piloti per anni si sono addestrati assieme a quelli turchi e di recente F-16 israeliani hanno preso parte ad esercitazioni in Sardegna. Una collaborazione a cui un anno fa l’allora ministro degli esteri Silvan Shalom, diede il suo sostegno. «Non abbiamo dubbi che Israele trarrà un immenso profitto da legami più stretti con la Nato», dichiarò Shalom con tono soddisfatto. Eppure pochi credono che Israele farà richiesta di diventare paese membro della Nato a tutti gli effetti, realizzando una proposta avanzata in passato dall’ex ministro della difesa italiano Antonio Martino. Israele infatti non vuole avere le mani legate; preferisce rimanere da solo e prendere decisioni senza cercare il consenso o l’approvazione di altri paesi (ad eccezione degli Stati uniti). «Un patto di difesa ha vantaggi e svantaggi – ha commentato il capo di stato maggiore israeliano Dan Halutz – nella Nato ogni decisione richiede il consenso di tutti i paesi membri». Parole che sono suonate come un avvertimento ai sostenitori di un piena alleanza con la Nato ma che comunque tengono sempre aperta la porta della collaborazione militare tra le parti.

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