Giornalista ebrea statunitense licenziata dopo aver classificato Israele come stato d’Apartheid

Washington – The Palestine Chronicle. La giornalista ebrea statunitense Katie Halper è stata licenziata da The Hill per aver definito Israele come uno “stato d’Apartheid”.

Conosciuta per il suo podcast, Rising, la 41enne aveva redatto un monologo in risposta ai recenti attacchi alla deputata palestinese statunitense Rashida Tlaib.

Inizialmente ad Halper è stato impedito di fare commenti a sostegno del membro democratico del Congresso degli Stati Uniti, ma in seguito è stata licenziata dal suo lavoro.

Tlaib era stata attaccata da colleghi e giornalisti per aver affermato che non è più possibile rimanere progressisti e continuare ad essere un sostenitore dello stato di Israele.

“Voglio che sappiate tutti che, tra i progressisti, diventa chiaro che non si può affermare di appoggiare i valori progressisti e sostenere il governo d’Apartheid di Israele”, ha affermato la parlamentare del Michigan durante un evento online.

Com’era prevedibile, i gruppi filo-israeliani hanno classificato il commento di Tlaib come antisemita.

Halper ha voluto respingere le critiche e ha redatto un segmento del suo podcast esaminando l’osservazione di Tlaib. Il monologo includeva la definizione di Apartheid secondo il diritto internazionale e citazioni di organizzazioni per i diritti umani come B’Tselem, Human Rights Watch e Amnesty International, che hanno accusato lo stato d’occupazione di aver commesso il crimine d’Apartheid.

Il segmento conteneva anche una citazione dell’ex-primo ministro israeliano Ehud Barak che affermava che Israele può diventare uno stato d’Apartheid se non cambia rotta. Altri leader israeliani hanno lanciato avvertimenti simili. Halper ha anche fatto riferimento alle leggi razziste di Israele che privilegiano gli ebrei rispetto ai non ebrei.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.