Giornalista in carcere: “sciopero della fame fino alla libertà o alla morte”

362398CRamallah-Ma’an. Muhammad al-Qiq, prigioniero palestinese in sciopero della fame, ha dichiarato giovedì che non è rimasto affatto sorpreso dalla decisione della Suprema Corte israeliana di rinviare la decisione riguardante il suo rilascio, come ha riferito il suo avvocato.

L’avvocato Jawad Boulos ha riferito che al-Qiq, che si trova in sciopero della fame da 65 giorni, ha confermato di volerlo continuare fino a quando ottenga la libertà o muoia.

Boulos ha detto che al-Qiq ha informato lo staff medico e il Servizio penitenziario israeliano che intende rifiutare qualsiasi tipo di alimentazione o di terapia medica forzata, anche dovesse svenire o rischiasse la morte, aggiungendo che il prigioniero si trovava in stato di semi-incoscienza ed in condizioni critiche.

Il prigioniero ha preso tale decisione senza alcuna pressione esterna, accettandone pienamente le conseguenze, ha inoltre affermato Boulos.

Al-Qiq, giornalista di 33 anni della Cisgiordania e padre di due bambini, ha iniziato lo sciopero della fame nel mese di novembre per protestare contro la sua detenzione amministrativa – senza nessuna accusa o processo.

Mercoledì scorso, la Suprema Corte israeliana ha rinviato la decisione se continuare o fermare la detenzione amministrativa di al-Qiq fino a quando la sua situazione medica non venga esaminata.

Giovedì l’ufficio del primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha ribadito in una dichiarazione la condanna per la detenzione amministrativa di al-Qiq.

“I politici israeliani ed i loro sostituti sostengono da moltianni che Israele sia ‘l’unica democrazia’ del Medio Oriente, ma questo è quanto di più lontano vi sia dalla verità”, frase di Jamal Dajani, direttore della comunicazione di Hamdallah, riportata nella dichiarazione.

Le autorità israeliane affermano che al-Qiq venga trattenuto per “incitamento”, che lavori con media affiliati ad Hamas, e per essere “una minaccia alla sicurezza”, nonostante Amnesty International abbia dichiarato la settimana scorsa che trattenere al-Qiq con prove che restano segrete sia contro la legge.

Un’indagine compiuta da gruppi per i diritti ha rivelato anche che al-Qiq è stato maltrattato e torturato durante la sua detenzione amministrativa.

Il comitato dei prigionieri dell’Anp ha avvertito, martedì, che il peggioramento ulteriore della salute di al-Qiq o la sua possibile morte potrebbero avere conseguenze politiche a lungo termine per Israele, comprese le sommosse popolari tra i prigionieri palestinesi detenuti.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi