Giornata della Terra.

Da Ramallah Irene Ghidinelli Panighetti

In Palestina c’è una ricorrenza che ha un significato radicato nella realtà e nelle ferrite di questa terra: il giorno della terra, appunto, il 30 marzo, giornata nazionale di lotta in memoria dei sei palestinesi uccisi in questa data nel 1976, mentre  manifestavano pacificamente, contro l’esproprio, da parte del governo Israeliano, di terre dei Palestinesi. Da allora ogni anno tutti i Palestinesi, dai territori occupati ai campi profughi, commemorano quella strage e denunciano al mondo intero le continue e sempre nuove occupazioni e violenze israeliane.

Eventi e manifestazioni iniziano già domani in Palestina e si protrarranno anche nei giorni successivi.  Venerdi 28 al villaggio al-Masara, nel distretto di Hebron, ci sarà una manifestazione poiché questo villaggio è colpito da entrambe le strategie di occupazione che Israele sta mettendo in campo da anni: il muro della vergogna e le colonie. La terra di al-Masara infatti è stata rubata ai proprietari palestinesi dai coloni di Efrat, che si sono insediati sulle terre, ben protetti dalla muro, e che di recente hanno avuto il permesso dal governo per costruire altre 54 abitazioni sulle terre palestinesi. Gli abitanti del villaggio quindi scenderanno nelle strade per protestare contro queste ingiustizie, e invitano tutti i palestinesi e gli internazionali a raggiungerli venerdi mattina per un corteo che attraverserà al-Masara in direzione del muro della vergogna. Altre iniziative avranno luogo in diverse città e villaggi organizzate da associazioni di resistenti palestinesi, internazionali e anche di israeliani conto l’occupazione.

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