Giornata delle Donne, il Pchr: giustizia per le palestinesi e fine della loro sofferenza

Pchr – Centro palestinese per i diritti umani. Comunicato stampa.
In occasione della Giornata internazionale della donna: richiesta pubblica di giustizia per le donne palestinesi e per porre fine alla loro sofferenza

L’8 marzo, il mondo celebra la Giornata internazionale della donna, che è divenuta un evento popolare dal 1977, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite invitò gli stati membri a proclamare questo giorno come la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale. Nonostante gli sforzi continui per sostenere la lotta delle donne per la parità, per sradicare la discriminazione nei loro confronti, e promuovere il loro status nella società, le donne continuano a soffrire. In molte parti del mondo la loro condizione si sta deteriorando a causa di varie restrizioni imposte loro, che spesso sfociano in violazioni dei diritti umani.

Mentre celebriamo la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno,
molte donne palestinesi sono ancora sotto cura a causa dell’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza del novembre
2012. Come risultato di quell’aggressione, 171 palestinesi furono
uccisi: 102 erano civili e 14 erano donne (il 13,7% del totale delle
vittime). Inoltre, 625 civili palestinesi sono stati feriti, 93 donne
(il 14,8% dei civili feriti).

La documentazione del Pchr e le sue osservazioni indicano che, durante
l’offensiva, la maggior parte delle vittime femminili furono causate da
un uso eccessivo della forza da parte dell’esercito israeliano, che è
una violazione della protezione dei civili nel diritto internazionale
umanitario. Le forze israeliane avrebbero omesso: il pieno rispetto
del principio di distinzione tra popolazione civile e obiettivi
militari, osservare il divieto di attacchi indiscriminati, e prendere
le precauzioni necessarie per garantire che gli obiettivi attaccati
non fossero civili o cose.

Le indagini del Pchr indicano che le donne furono vittime a causa
della violazione delle forze israeliane ai principi summenzionati del
diritto internazionale umanitario. Per esempio, il 18 novembre 2012,
le forze israeliane attaccarono e distrussero una casa appartenente
alla famiglia al-Dalu, a Gaza. I 10 membri della famiglia furono uccisi, 4 erano donne e 5 bambini.

In un altro attacco israeliano, il 19 novembre 2012, un bambino e due donne della famiglia Abu Zour furono uccisi, quando un raid aereo israeliano bombardò una casa vicina alla loro.

Oltre a queste vittime, le donne palestinesi hanno anche sofferto di
traumi psicologici perché molte di loro persero membri della loro
famiglia in tali attacchi. Inoltre, migliaia di donne furono sfollate durante l’offensiva.

Lo scorso anno, la politica di Israele ebbe influenze dirette su molte donne nella Striscia di Gaza, ad esempio: essi subirono restrizioni nelle visite ai figli o ai mariti detenuti nelle carceri israeliane.

Le donne palestinesi sono state colpite anche dalla chiusura
israeliana imposta alla Striscia di Gaza. Le politiche israeliane
impongono disagi socio-economici alla popolazione civile palestinese,
in particolare privandola delle risorse indispensabili per soddisfare
le esigenze di base, compresi i medicinali. Israele ha anche imposto
severe restrizioni alla circolazione dei palestinesi tra la Striscia
di Gaza e la Cisgiordania.

Oltre a questo, le donne sono state oggetto di violenza all’interno
della società palestinese, in particolare a causa della pratica del
“delitto d’onore”.

Secondo la documentazione del Pchr, 3 donne sono
state uccise a causa di questa pratica, nonostante l’abolizione da
parte dell’Autorità palestinese dell’indulgenza in sentenze emesse
nei confronti degli autori di tali crimini.

Il Pch ha anche osservato pratiche che limitano la libertà personale
delle donne, per esempio, imponendo gli abiti della shari’a
studentesse dell’Università di al-Aqsa, e costringendo quelle delle
scuole secondarie ad indossare l’hijab, e la cancellazione della
maratona, organizzata dall’Unrwa che avrebbe dovuto svolgersi nel
mese di aprile, a causa delle restrizioni imposte dal governo alla
partecipazione delle donne all’evento sportivo.

In occasione della Giornata internazionale della donna, il Pchr
ribadisce il suo pieno sostegno alla lotta delle donne palestinesi,
che soffrono sia per le pratiche e le violazioni israeliane che per le
violenze nell’ambito della società palestinese, e:

1. Invita la comunità internazionale ad adempiere ai propri obblighi nei
confronti del popolo palestinese occupato, e ad adottare misure per
porre fine alle sofferenze dei civili palestinesi, in particolare le
donne;

2. Invita le Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra
ad adempiere ai loro obblighi, ai sensi della convenzione, obbligando
Israele a rispettare la Convenzione e a garantire la protezione ai
civili palestinesi, ivi comprese le donne;

3. Invita l’Autorità nazionale palestinese a prendere seri
provvedimenti per porre fine alle uccisioni legate alla pratica d’”onore della famiglia” e a garantire che la condanna dei responsabili
di tali crimini sia proporzionale alla gravità degli stessi.

Traduzione a cura di Edy Meroli