Nella Giornata mondiale di Solidarietà con il popolo palestinese, migliaia di detenuti palestinesi continuano a soffrire nelle carceri israeliane

imagesPIC. Più di 7.000 detenuti palestinesi vivono in condizioni durissime nelle carceri israeliane e hanno un disperato bisogno di campagne di solidarietà a livello locale e internazionale.

Il Centro Studi sui prigionieri palestinesi (Palestine Prisoners Center for Studies), nel rapporto stilato in occasione della Giornata mondiale di Solidarietà con il popolo palestinese, ha denunciato: “I cittadini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane sono sottoposti a condizioni durissime sotto ogni punto di vista”. L’occupazione ha fatto registrare un notevole incremento degli arresti negli ultimi quattro mesi e, al contempo, si assiste a un’escalation di persecuzioni ai danni dei prigionieri e di incursioni nelle loro celle. In più casi, tali aggressioni hanno comportato lesioni e danni fisici sui detenuti”.

Arresti continui

Il rapporto è stato pubblicato il 29 novembre, Giornata mondiale di Solidarietà con il popolo palestinese in virtù del mandato conferito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e denuncia la politica quotidiana di arresti casuali, finalizzata all’annientamento della resistenza palestinese. Sempre secondo il rapporto, le campagne di arresti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono accompagnate da perquisizioni e aggressioni violente.

Nessuna categoria sociale è esente dal pericolo di essere arrestata: le vittime sono bambini, anziani, membri del Parlamento, accademici, ex detenuti e persino donne, tra cui la minorenne Hala Musallam Abul Sull, di 17 anni, proveniente di al-Khalil.

Condizioni durissime

Secondo il rapporto, i detenuti palestinesi sono soggetti a innumerevoli violazioni, poiché le politiche di occupazione negano loro elementari diritti sanciti dalle convenzioni internazionali, in particolare dalla Quarta Convenzione di Ginevra.

Le dichiarazioni dei prigionieri denunciano incursioni notturne nelle loro celle per perquisizioni a sorpresa e sottrazione di effetti personali da parte dei soldati, che metterebbero a soqquadro le celle, picchiandoli, insultandoli e provocandoli, infliggendo loro anche l’umiliazione della perquisizione completa sul soggetto denudato. Due settimane fa, le forze di occupazione hanno trascinato i prigionieri fuori dalle celle dopo la mezzanotte, esponendoli ai rigori invernali per procedere a un appello con metodi a dir poco brutali.

Nel rapporto si legge anche: “Ai detenuti sono negate le visite dei familiari, il cibo somministrato, oltre a non essere sufficiente, è di pessima qualità. Inoltre, i prezzi della mensa sono altissimi, insetti di ogni specie infestano le celle e ad alcuni detenuti viene imposto regime di isolamento”.

Il 17% dei detenuti è in cattive condizioni di salute

Secondo il rapporto, i prigionieri andrebbero incontro a una morte lenta perché sono loro negate le cure mediche. Il 17% soffre di varie patologie, in alcuni casi molto serie (cancro, malattie cardiovascolari e ipertensione); la direzione delle carceri trascura volontariamente le loro condizioni di salute, e nega le visite e gli esami medici necessari a evitare che le patologie si cronicizzino.

Donne e bambini

Il rapporto conferma che neanche a donne e bambini vengono risparmiati l’arresto e le torture imposte da Israele. Le forze di occupazione hanno arrestato oltre 300 minori al di sotto dei 18 anni e 18 donne.

I minori e le donne sono sottoposti a ogni genere di tortura e persecuzione, in palese violazione delle convenzioni che regolano la materia. Peraltro, 22 membri del Consiglio Legislativo Palestinese sono detenuti illegalmente nelle carceri israeliane, e 62 ex detenuti, rilasciati in seguito all’accordo di Wafa Al-Ahrar, sono stati arrestati di nuovo, nonostante il patto, stipulato di fronte al mediatore egiziano, prevedesse la loro totale incolumità.

Traduzione di Romana Rubeo