Giovane mamma palestinese uccisa a sangue freddo da proiettili israeliani

Quds Press e PIC. La giovane palestinese Dalia Samoudi, 23 anni, è stata dichiarata morta venerdì pomeriggio, poche ore dopo essere stata colpita dalle forze di occupazione israeliane (IOF) durante un raid avvenuto all’alba, nel distretto di Jenin, in Cisgiordania.

Il ministero della Salute palestinese ha riferito che Samoudi, che si trovava all’interno della sua casa quando le IOF hanno preso d’assalto Jenin e hanno attaccato i residenti locali con munizioni letali e lacrimogeni, è stata colpita al petto e immediatamente portata in ospedale in condizioni critiche.

Samoudi è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva, dove è stata sottoposta a un importante intervento chirurgico, ma i medici non sono riusciti a salvarla e lei è morta nel pomeriggio.

All’alba, le IOF hanno invaso il quartiere di al-Jabriyat, a Jenin, hanno fatto irruzione in diverse case palestinesi e le hanno perquisite sparando colpi di munizioni, lacrimogeni e granate.

La famiglia Samoudi ha raccontato che la giovane si era svegliata all’alba per dare da mangiare al suo bambino appena nato, e quando ha sentito gli scontri si è precipitata a chiudere la finestra per proteggere il suo piccolo dai gas lacrimogeni, ma un proiettile vivo sparato dalle IOF l’ha colpita al petto.