Tel Aviv – Al-Mayadeen. Hezbollah ha inflitto perdite significative alle forze di occupazione israeliane nel nord della Palestina occupata, espandendo le sue operazioni. Secondo i media israeliani, queste perdite sono costate all’occupazione israeliana circa 4 miliardi di shekel (1,07 miliardi di dollari) solo negli ultimi due giorni.
In dettaglio, la KAN (Israeli Broadcasting Corporation) ha riferito che gli attacchi del regime israeliano al Libano di lunedì sono costati all’entità circa 650 milioni di shekel (173 milioni di dollari). I funzionari hanno sottolineato che se la campagna di attacchi aerei sul Libano si protraesse oltre i 10 giorni, richiederebbe l’approvazione di un’ulteriore breccia nel bilancio.
Un giornalista della Radio dell’esercito dell’occupazione israeliana ha dichiarato: “Non c’è una sola area in Israele fuori dalla zona di combattimento nelle ultime 24 ore, dal Monte Hermon alla Valle di Arava”.
I media israeliani hanno anche citato un ex-funzionario del servizio di sicurezza Shin Bet: “La capacità di Hezbollah di lanciare razzi verso il centro di Israele non dovrebbe essere sottovalutata”.
L’ex-funzionario ha aggiunto: “Quello che [il leader di Hezbollah Sayyed Hassan] Nasrallah ha fatto oggi è solo una piccola anteprima di ciò che ha in serbo”.
In un’intervista rilasciata al canale israeliano Channel 12, il generale di brigata israeliano in pensione ed ex-consigliere finanziario del capo di stato maggiore dell’esercito, Reem Aminoach, ha affermato che l’uso crescente di intercettori missilistici è un fattore importante che contribuisce al significativo aumento dei costi operativi giornalieri.
“Nel momento in cui questi intercettori vengono dispiegati, i costi salgono alle stelle”, ha detto Aminoach.
Aminoach ha inoltre spiegato che il costo diretto della guerra ammonta a circa 130 miliardi di shekel. Tuttavia, se si considerano anche i costi indiretti, che il governo dovrà affrontare, il totale potrebbe raggiungere i 250 miliardi di shekel.
“È un evento estremamente costoso e il governo deve gestirlo correttamente”, ha avvertito.
Nel frattempo, Hezbollah ha ampliato le sue operazioni, prendendo di mira con sempre maggiore precisione le basi e i quartieri generali militari israeliani. Gli attacchi, condotti in difesa del Libano e del suo popolo, sono anche una dimostrazione di solidarietà con Gaza e le sue fazioni della Resistenza, alla luce della continua e crescente aggressione israeliana.
In una recente analisi, The Economist ha sottolineato che una guerra su larga scala tra “Israele” e Hezbollah rappresenta uno “scenario da incubo” per l’economia del paese, con diversi investitori che si stanno già preparando per una guerra che “inghiottirebbe Israele”.
Secondo il rapporto, una guerra del genere danneggerebbe gravemente la crescita economica israeliana, forse anche più dell’impatto dell’operazione del 7 ottobre della Resistenza palestinese.
Un’economia in tempo di guerra è precaria, in quanto richiede al governo di finanziare le proprie forze armate, di solito attraverso una spesa in deficit, mantenendo al contempo una forza economica sufficiente a gestire i debiti del dopoguerra, ha aggiunto il rapporto.
Tuttavia, lo scenario più allarmante che si prospetta oggi per l’entità di occupazione è che la guerra si estenda ai suoi centri commerciali chiave, tra cui Tel Aviv. Anche un’escalation militare più limitata nelle regioni settentrionali potrebbe spingere l’economia israeliana sull’orlo del baratro, ha avvertito il rapporto.
Le spese militari dovrebbero aumentare in modo significativo, mettendo ulteriormente a dura prova le risorse finanziarie dell’entità.
Oltre a queste sfide, le banche israeliane stanno affrontando un sostanziale deflusso di capitali, poiché gli investitori cercano di spostare i loro fondi all’estero.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.