Gli attivisti africani si impegnano a combattere l’apartheid israeliano in occasione di un incontro storico

Dakar-PIC. Gli attivisti della società civile di 21 Paesi dell’Africa si sono impegnati a intensificare la lotta contro le pratiche di apartheid di Israele verso il popolo palestinese; isolare Israele nello stesso modo in cui è stato sanzionato l’apartheid in Sudafrica; lavorare per far revocare l’accreditamento di Israele all’Unione Africana. E’ quanto emerso dal primo incontro e la conferenza del Pan-African Palestine Solidarity Network (PAPSN) nella capitale senegalese, Dakar, lo scorso fine settimana (10-12 marzo).

I delegati rappresentavano organizzazioni e gruppi della società civile del Botswana, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Kenya, Malawi, Mauritania, Marocco, Mozambico, Namibia, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Tunisia, Zambia e Zimbabwe.

Perché Dakar?

L’evento di tre giorni è stato ospitato dalla Plateforme de Solidarieté Sénégal-palestine (Piattaforma di solidarietà Senegal Palestina) e dalla sezione senegalese di Amnesty International con il tema “Dall’Africa alla Palestina: Uniti contro l’apartheid”.

Ospitare la conferenza a Dakar è stato di grande importanza simbolica e strategica.

“Era un dovere per noi ospitare questa conferenza, qui in Senegal”, ha affermato Dialo Diop di Plateforme de Solidarieté Sénégal-palestine. “Sappiamo di avere una responsabilità speciale, non solo perché attualmente presiediamo l’Unione Africana, ma perché il Senegal ha presieduto il Comitato speciale dell’ONU sull’Esercizio dei Diritti Inalienabili del Popolo Palestinese (CEIRPP) sin dal suo inizio, nel 1975. Questo raduno panafricano ha rafforzato la nostra determinazione per garantire che il nostro governo sosterrà davvero la solidarietà con il popolo palestinese a livello nazionale e internazionale”.

Per quanto riguarda Amnesty International-Senegal, la conferenza è avvenuta appena un mese dopo che un rapporto di Amnesty International ha confermato che Israele è colpevole di praticare l’apartheid contro il popolo palestinese.

 “E’ la prima volta che gli attivisti per la solidarietà con la Palestina organizzano un raduno di questo tipo in Africa. L’ampia rappresentanza di gruppi provenienti da tutto il continente non ha precedenti in termini di solidarietà con la Palestina”, afferma Roshan Dadoo, portavoce della PAPSN e coordinatore della South African Boycott, Divestment and Sanctions Coalition.

Sulla distruzione di Israele in Africa.

I delegati hanno discusso di come Israele abbia minato il sostegno di lunga data dell’Africa alla lotta di liberazione palestinese fornendo armi, hardware militare e tecnologie di sorveglianza ai governi repressivi africani. In tal modo, Israele ha contribuito a minare la democrazia e i diritti umani in Africa e ad alimentare la repressione, i colpi di stato e le guerre nel continente.

È stata anche esaminata l’inquietante influenza del sionismo cristiano – e il sostegno a Israele da parte di varie comunità cristiane e strutture ecclesiastiche che cercano di fornire una giustificazione teologica al crimine israeliano dell’apartheid. I delegati si sono impegnati a combattere l’abuso del cristianesimo per giustificare l’apartheid e il colonialismo di Israele.

La conferenza ha anche affrontato il modo in cui Israele tenta di “ripulire” i suoi crimini di apartheid attraverso la vendita di sistemi di irrigazione, acqua e tecnologia agricola ai paesi africani. Questi progetti sono insostenibili e dannosi per le comunità locali e i membri della PAPSN sono determinati a esporre l’impatto distruttivo di Israele sull’Africa.

Tenendo conto di Israele

I delegati hanno deciso di rafforzare la solidarietà panafricana per la Palestina mobilitando tutti i settori della società africana per costruire un’efficace campagna BDS contro Israele che sia modellata sul movimento per la giustizia sociale che ha isolato e aiutato a sconfiggere l’apartheid in Sud Africa. L’Africa deve diventare una zona libera dall’apartheid.

Il PAPSN chiede che i governi africani, le comunità economiche regionali e l’Unione Africana revochino l’accreditamento di Israele presso l’UA; indaghino su Israele per il crimine di apartheid e la ritengano responsabile; facciano pressioni per la riattivazione dei meccanismi anti-apartheid dell’ONU contro Israele.

Inoltre, il PAPSN chiede ai governi africani di porre fine agli acquisti di agro-business, progetti idrici e tecnologie militari e di sorveglianza israeliane con le società israeliane. I membri del PAPSN chiedono anche la fine delle relazioni diplomatiche dell’Africa con Israele. “Questo assicurerà che Israele sia tenuto a rispondere, proprio come è stato fatto per l’apartheid in Sud Africa”, ha detto Dadoo.

Sostenere l’eredità africana di solidarietà alla Palestina.

Jamal Juma – membro fondatore del Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC), che guida il movimento BDS globale – è stato ispirato da ciò che ha visto a Dakar. “La determinazione del PAPSN a rafforzare la solidarietà con la Palestina è il raggio di speranza di cui noi Palestinesi abbiamo bisogno nella nostra lotta contro il regime di apartheid sempre più duro di Israele. Il legame indissolubile di popoli che condividono una lotta comune contro il colonialismo e l’occupazione straniera era palpabile durante l’intero incontro”, ha osservato Juma.

Le eredità delle icone della liberazione africana, Nelson Mandela e Julius Nyerere, sono state sostenute e hanno dato nuovo slancio a Dakar.

Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote di Nelson Mandela e membro del parlamento sudafricano, ha osservato che quest’anno ricorrono i 60 anni da quando suo nonno ha visitato Dakar, durante  un tour africano di 16 Paesi per mobilitare il sostegno alla lotta contro l’apartheid del Sudafrica. “Questa audace iniziativa fa ben sperare e manda un forte messaggio al popolo della Palestina occupata che non è solo e che il popolo africano è con lui nella sua lotta, proprio come ci è stato accanto durante le nostre lotte per la liberazione in tutto il continente”, ha detto Mandela.

In rappresentanza della Pan-African Women’s Organization, Emma Nyerere si è detta felice che il PAPSN continui il lavoro di solidarietà, iniziato da leader africani come suo nonno, Julius Nyerere, ed è fiduciosa che la solidarietà con la Palestina in Africa sconfiggerà la propaganda israeliana dell’apartheid. “L’influenza delle idee che sono state piantate nell’era di Julius Nyerere, che favoriscono la solidarietà con la lotta per l’autodeterminazione del popolo palestinese, è forte”.

Il PAPSN ha riaffermato che gli Africani non godranno mai dei frutti della loro liberazione finché anche il popolo palestinese non sarà libero dal razzismo, dall’apartheid e dall’occupazione coloniale di Israele. “Abbiamo posto fine all’apartheid istituzionalizzato in Sudafrica, insieme possiamo cancellarlo in Palestina”, ha detto Roshan Dadoo.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli