Gli attivisti annunciano la 15ª settimana annuale contro l’apartheid israeliano

IMEMC. La 15ª settimana annuale di iniziative contro l’apartheid israeliano si svolgerà in tutto il mondo tra il 18 marzo e l’8 aprile 2019 con tema “Stop all’armamento del colonialismo”

La Settimana dell’Apartheid israeliano (IAW) costituisce  una serie di eventi internazionali aventi come scopo la sensibilizzazione sul regime di apartheid israeliano contro il popolo palestinese e il sostegno del sempre più crescente movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Si svolge ormai in oltre 200 città in tutto il mondo in cui eventi come conferenze, proiezioni cinematografiche, azioni dirette, spettacoli culturali, poster, e altro ancora contribuisco all’organizzazione di base per rafforzare la solidarietà nella lotta di liberazione palestinese.

Israele è in grado di mantenere la sua occupazione illegale e il regime di apartheid sui Palestinesi grazie in parte alle vendite di armi e al sostegno militare che riceve dai governi di tutto il mondo. Solo gli Stati Uniti rappresentano il principale fornitore di armi e di aiuti militari a Israele, seguiti dagli stati europei sostenendo in tal modo e in maniera diretta l’oppressione di Israele e le violazioni dei diritti umani.

Nel Sud del mondo, Israele è noto per avere fornito armi ai regimi che hanno messo in atto genocidi in Ruanda, Sri Lanka, Myanmar e altrove. Attualmente Israele è un importante esportatore di armi per regimi autoritari di destra dal Brasile all’India, alle Filippine e oltre. Queste armi sono promosse come “testate sul campo”, utilizzate cioè per uccidere o ferire  Palestinesi. In effetti, Israele sta già promuovendo la tecnologia utilizzata durante la repressione della Grande Marcia del Ritorno a Gaza (manifestazione che promuove il diritto dei rifugiati a ritornare presso le loro abitazioni e la fine dell’assedio).

Queste armi finanziano il regime di apartheid di Israele e l’occupazione illegale, mentre allo stesso tempo intensificano la militarizzazione e la persecuzione dei movimenti popolari e delle comunità oppresse nei paesi in cui vengono acquistate.

Il movimento BDS a guida palestinese ha ribadito la richiesta di un embargo militare su Israele alla luce della violenta repressione attuata da Israele durante la Grande Marcia del Ritorno. Organizzazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty International hanno risposto al massacro israeliano a Gaza con questa richiesta. Il Partito laburista del Regno Unito, durante la sua conferenza nel settembre 2018, ha approvato una mozione di condanna per l’uccisione di manifestanti palestinesi a Gaza chiedendo pertanto il congelamento della vendita di armi a Israele.

La fine del commercio di armi, dell’aiuto militare e della cooperazione con Israele ridurranno il sostegno finanziario e militare al suo regime di apartheid, al colonialismo e all’occupazione illegale. Metterà anche fine al flusso di armi israeliane, di tecnologie e tecniche di sicurezza per i governi che sopprimono la resistenza dei loro cittadini, dei movimenti e delle comunità che insorgono contro politiche che li privano dei diritti fondamentali, incluso il diritto all’utilizzo delle risorse naturali del loro paese.

L’embargo militare su Israele è una misura per la libertà e la giustizia dei Palestinesi e dei popoli oppressi in molte parti del mondo. Può essere raggiunta con successo con massicci movimenti popolari simili alla corposa mobilitazione globale che ha costretto le Nazioni Unite a imporre un embargo militare internazionale vincolante contro il regime di apartheid del Sud Africa.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi