Gli incontri di Sharm El-Sheykh si concludono confermando le intese del vertice sulla sicurezza di Aqaba

Il Cairo-Quds Press. Domenica sera si è conclusa la riunione di sicurezza di Sharm El-Sheykh, volta a porre fine allo stato di resistenza nella Cisgiordania occupata, e a fermare le cosiddette misure unilaterali tra l’Autorità palestinese e l’occupazione israeliana.

Il canale ufficiale israeliano, Kan11, ha commentato i risultati dell’incontro, affermando che non ci sono state “nuove decisioni”, aggiungendo: “Sarà seguito da un altro vertice durante il mese di Ramadan”.

Ha sottolineato che l’incontro è durato circa due ore e ha descritto l’atmosfera come positiva, spiegando che “non è stata influenzata dalla sparatoria a Hawwara“, che ha provocato il ferimento di quattro coloni.

I partecipanti all’incontro hanno ribadito le intese raggiunte al vertice di Aqaba, nel sud della Giordania, che si è tenuto alla fine del mese scorso.

La dichiarazione di chiusura dell’incontro affermava che le cinque parti (l’Autorità palestinese, l’occupazione israeliana, l’Egitto, la Giordania e gli Stati Uniti d’America) hanno tenuto “approfondite discussioni sui modi e sui mezzi per ridurre le tensioni sul terreno tra i palestinesi e gli israeliani.

“Le due parti (l’Autorità palestinesi e l’occupazione) hanno concordato di sviluppare un meccanismo per limitare e affrontare la violenza, l’incitamento, le dichiarazioni e i movimenti che potrebbero far divampare la situazione. Tale meccanismo presenterà rapporti ai leader del cinque paesi, ad aprile, quando riprenderanno le attività della sessione della riunione a Sharm El-Sheykh”.

Le parti hanno rinnovato il loro impegno a “promuovere la sicurezza, la stabilità e la pace sia per gli israeliani che per i palestinesi, e la necessità di raggiungere la calma sul terreno e prevenire ulteriori violenze.

“Il governo di Israele e l’Autorità palestinese hanno rinnovato la volontà e l’impegno congiunto a muoversi immediatamente per porre fine alle misure unilaterali per un periodo da tre a sei mesi”.

Gli impegni israeliani includono: “evitare di discutere qualsiasi nuova unità di insediamento per un periodo di quattro mesi e di rilasciare licenze per qualsiasi avamposto di insediamento per un periodo di sei mesi.

“Le due parti hanno ribadito, a tal proposito, il loro fermo impegno nei confronti di tutti i precedenti accordi, in particolare il diritto legale dell’Autorità palestinese di assumersi responsabilità di sicurezza nell’Area A in Cisgiordania (secondo l’accordo di Oslo)”.

Le parti hanno concordato di “istituire un meccanismo per adottare le misure necessarie per migliorare le condizioni economiche del popolo palestinese, in conformità con gli accordi precedenti, in modo da contribuire in modo significativo al rafforzamento della posizione finanziaria dell’Autorità palestinese”.

Le fazioni palestinesi hanno espresso, in dichiarazioni precedenti all’incontro, la loro condanna e disapprovazione per la partecipazione dell’Autorità nazionale, e l’hanno invitata ad allinearsi con la scelta del popolo palestinese e a proteggere la resistenza.

Domenica ha preso il via la riunione sulla sicurezza di Sharm El-Sheykh, con la partecipazione di funzionari politici e di sicurezza dell’Egitto, dell’Autorità palestinese, dell’occupazione israeliana, della Giordania e degli Stati Uniti d’America, per discutere della tregua nei Territori palestinesi.

Da parte dell’ANP, hanno partecipato all’incontro di Sharm al-Sheikh il segretario del Comitato esecutivo dell’OLP, Hussein al-Sheikh, il capo dei servizi di intelligence, Majed Faraj, e il portavoce della presidenza dell’Autorità palestinese, Nabil Abu Rudeineh.