An-Nasira (Nazareth) – Infopal. Notizie diffuse dai media israeliani riferiscono che gli organi di un bambino palestinese deceduto hanno salvato la vita a tre israeliani.
“Yedioth Aharonoth” del 6/9 riferisce che 'Abd el-Hayy Salhut, un bambino palestinese di 3 anni e mezzo di al-Quds (Gerusalemme), è caduto rovinosamente in casa sua, così la famiglia l'ha subito portato alla clinica di zona, nella parte orientale della città, per poi trasferirlo all'ospedale Hadassah, gestito da Israele, dove è stato subito condotto in sala operatoria, con l'equipe medica che l'ha seguito per circa otto ore nel tentativo di salvarlo. In seguito, il bambino è stato portato in terapia intensiva, mentre le sue condizioni peggioravano costantemente, fino al decesso, avvenuto giovedì scorso. A quel punto, la famiglia ha deciso di donare i suoi organi per salvare almeno la vita di altre persone: la famiglia stessa ha dato il suo consenso all'espianto degli organi, eseguito dai chirurghi israeliani nella notte di venerdì.
Il fegato è stato trapiantato ad un bambino israeliano di 7 anni che versava in gravi condizioni: l'operazione è andata bene ed ora il bambino è in buone condizioni. I reni sono invece andati rispettivamente ad un altro bambino israeliano di 8 anni (l'operazione è andata a buon fine) e ad un uomo, sempre israeliano, di 55 anni, per il quale il rene del bambino è risultato completamente ideoneo, sebbene i medici fossero preoccupati del buon esito dell'operazione di impianto.
Musa Salhut, il padre del bambino palestinese deceduto, ha dichiarato: “Mio figlio è giunto in ospedale in gravissime condizioni, ed era difficilissimo salvargli la vita. Siamo felici di vedere nostro figlio 'vivo' in altre persone, arabe o ebree, poiché una vita è sempre una vita: la perdita che abbiamo sopportato è molto pesante, e il fantasma di ciò che abbiamo perso ci seguirà, però rimane la vita di altre persone che abbiamo contribuito a salvare”.
Vale la pena ricordare che centinaia di bambini palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano, con circa 300 di costoro che languono nelle prigioni degli occupanti in condizioni molto difficili, maltrattati, secondo quanto riferiscono le associazioni che difendono il rispetto dei diritti dell'uomo.