Gli scarichi delle colonie israeliane danneggiano l’ambiente

1986004756Nablus-PIC. Già prima dell’inizio ufficiale della primavera, un manto verde comincia a ricoprire la Palestina, una bella immagine di questo paese oppresso dagli occupanti sionisti.

Un’immagine bellissima, purtroppo intaccata dal comportamento dell’occupazione sionista con i suoi insediamenti, soprattutto riguardo gli scarichi delle acque reflue.

Il manto verde

Nella regione palestinese della Valle del Giordano, lungo il confine tra la Palestina e la Giordania, il verde ricopre vasti territori già prima dell’arrivo della primavera: si pensa che il cambiamento climatico dovuto all’inquinamento non sia estraneo al fenomeno.

La Valle di Fassayl, a est di Aqraba, si estende fino a Gerico. Le vallate e le montagne di questa regione sono dominate dal verde. Questo colore primaverile attira migliaia di persone da tutta la Cisgiordania, attrae famiglie, scolaresche, giovani in scooter.

Nella regione di Sad Hariz, a est del villaggio di Aqraba, i terreni, le valli, i fianchi della montagna soffrono il martirio degli scarichi fognari emessi dall’insediamento Ma’leh Adumin e dalla sua zona industriale. Le acque sporche alterano la bellezza della regione, uccidendo la vegetazione con gli scarichi di sostanze chimiche e diffondendo odori sgradevoli e un tanfo tossico.

Inquinamento e malattie

Il ricercatore Hamza al-Aqrabawi, che accompagna i gruppi di turisti e di attivisti lungo i percorsi della regione, conferma il fatto che gli scarichi fognari si mischiano con le acque di sorgente della regione, causando malattie agli uccelli che vengono a nidificare sui contrafforti delle montagne, soprattutto nella valle di al-Zaqiqa.

Il palestinese Abdallah al-Qablawi viene a esplorare le bellezze della zona con gli amici. Resta desolato nel vedere il panorama deturpato dalle acque sporche.

Il problema non riguarda unicamente le regioni del Giordano. La valle di Qana e la valle di Kafr al-Dik, nel dipartimento di Silfit, ricevono le acque nere dell’insediamento di Borkan.

Da notare, infine, come, nonostante queste devastazioni, aggressioni e attacchi condotti contro l’ambiente palestinese, i gruppi palestinesi continuino a venire nella zona e a percorrere gli itinerari della patria occupata, allo scopo di esprimere il proprio attaccamento alla terra e all’identità palestinese.

Traduzione di Federica Pistono