Gli sfollati di Gaza aspettano ancora una soluzione

296747_345x230Ma’an. I palestinesi sfollati a causa dell’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza stanno ancora aspettando una soluzione, mentre l’inverno è alle porte.

L’aggressione israeliana ha lasciato oltre 110 mila palestinesi senza casa, e gli sfollati stanno andando da una parte all’altra per trovare un riparo.

Muin Bahar, che vive tra le macerie della propria casa distrutta, ha raccontato a Ma’an che è difficile trovare un luogo dove vivere, mangiare o bere.

“Tutto ciò che riusciamo a mangiare è cibo in scatola e non ho un lavoro o denaro per noi e per la scuola dei miei figli”.

E ha sollecitato le autorità palestinesi a iniziare il processo di ricostruzione prima che arrivi l’inverno.

“Presto potremmo dormire sotto la pioggia”, ha aggiunto.

“L’accordo (di cessate-il-fuoco) impone strette misure di sicurezza nei confronti dei materiali lasciati entrare nella Striscia di Gaza, e sono monitorati da Israele”, ha dichiarato a Maan l’economista Maher al-Tabba.

Il processo di ricostruzione necessita di un permesso da parte di Ramallah, mostrando come Israele non riconosca il governo di unità nazionale.

“In questo modo il processo non sarà né serio né veloce, poiché il settore privato ha bisogno di un’autorizzazione dal governo di Ramallah per progetti, e Gaza non solo ha bisogno di essere ricostruita, ma necessita di piani di sviluppo ostacolati da otto anni di assedio”, ha aggiunto al-Tabba.

L’operazione israeliana contro Gaza di luglio-agosto ha ucciso almeno 2.100 Palestinesi, e, secondo i dati delle Nazioni Unite, ha lasciato 100 mila senza tetto.

I costi di una ricostruzione totale delle abitazioni e delle infrastrutture sono stimati a circa 7,8 miliardi di dollari, secondo i dati del Consiglio economico palestinese per lo Sviluppo e la Ricostruzione, con sede a Ramallah