Durante un incontro tra Jason Greenblatt, emissario speciale per il Medio Oriente del presidente degli USA Donald Trump, l’ambasciatore USA in Israele David Friedman e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, i funzionari americani hanno affermato di non volere un incremento delle costruzioni a Gerusalemme da parte di Tel Aviv, come conseguenza del riconoscimento di Trump della città come capitale di Israele. Hanno aggiunto che temono che ciò possa alimentare ulteriore rabbia tra i Palestinesi e la più estesa comunità internazionale.
Da parte sua, Netanyahu ha sostenuto di essersi impegnato nella partecipazione ai negoziati di pace con i Palestinesi, riferendosi all’“accordo finale” di Trump.
I Palestinesi hanno protestato giornalmente dopo l’annuncio di Trump del 6 dicembre, il quale includeva anche indicazioni riguardanti lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.
Sono state uccise cinque persone, migliaia sono state ferite e centinaia arrestate come risultato del durissimo inasprimento israeliano nei riguardi dei manifestanti disarmati.
L’autorità palestinese ha detto che gli USA non possono essere più considerati un mediatore di pace affidabile a seguito di tale mossa.
Le osservazioni dei funzionari americani sono state formulate sulla base di rapporti inerenti l’intenzione di Israele di incrementare la costruzione coloniale nella Gerusalemme occupata a seguito dell’annuncio di Trump.
Friedman sarà incaricato di spostare l’ambasciata USA, hanno aggiunto i funzionari.
Traduzione di Laura Pennisi