Golia contro Davide: uccise bimbo palestinese, soldato israeliano assolto

Ramallah – Pal.info e InfoPal. Martedì 30 ottobre, una Corte israeliana ha assolto il soldato che, nel 2008, uccise Ahmad Mousa, 10 anni, durante una protesta nonviolenta contro il Muro di Annessione, nel villaggio di Ni’lin, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Il militare aveva confessato di aver sparato due proiettili contro il bambino.

Un “eroe” che spara a un bimbo che lancia sassi. L’incidente si svolse nel luglio del 2008: il soldato sparò alla testa di Ahmad, uccidendolo all’istante. Durante l’udienza, egli testimoniò affermando che “non sparare a quelli che lanciano pietre contro l’esercito è considerata debolezza, dunque, ho aperto il fuoco”.

La giustizia secondo i “valori umani” israeliani. Il giudice, nella sua sentenza, ha affermato che “non ci sono prove che il proiettile sparato dal soldato sia la causa della morte del bambino”, nonostante ella abbia riconosciuto che il militare fece uso di proiettili veri anche se la sua vita non era a rischio.

Evidentemente, l’espressione di grande “coraggio virile” del soldato israeliano, figurato nell’atto di ammazzare un bambino che tiene una pietra in mano, ha colpito il magistrato israeliano, la cui scuola di giustizia, come per tanti altri suoi colleghi, è evidentemente molto diversa dal diritto riconosciuto a livello internazionale. Ma si sa che gli standard umani, etici e morali israeliani fondano su basi totalmente differenti da tutti gli altri.