Golpe in Egitto: il primo ministro ad interim autorizza l’arresto di civili

PressTV e QudsPress– Il presidente egiziano ad interim Adly Mansour ha dato al primo ministro ad interim Hazem el-Beblawi il potere di concedere all’esercito il diritto di arrestare i civili.

Il decreto di Mansour è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del governo, domenica, mentre i sostenitori del deposto presidente Mohamed Mursi dicevano che avrebbero portato avanti le loro richieste, nonostante la pesante repressione dell’esercito.
Lo stesso giorno, il Consiglio egiziano di Difesa Nazionale ha avvertito i manifestanti pro-Mursi che le forze di sicurezza avrebbero intrapreso  un’azione “ferma e decisa” se essi supereranno i diritti “all’espressione pacifica e responsabile delle loro opinioni”.

L’avvertimento del Consiglio è giunto attraverso un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa statale Mena. Il Consiglio comprende il presidente ad interim, capo dell’esercito generale Abdel-Fattah al-Sisi, il primo ministro e il ministro dell’Interno Mohamed Ibrahim.
Migliaia di sostenitori di Mursi erano riuniti davanti alla moschea Rabia al-Adawiya del Cairo sabato, quando almeno 150 persone sono state uccise e decine ferite in scontri durante manifestazioni tra i sostenitori e gli oppositori del deposto presidente, in tutto il paese.
Il numero delle vittime è stato fornito dai Fratelli Musulmani e da fonti mediche egiziane.

I Fratelli Musulmani accusano le forze di sicurezza egiziane per le uccisioni.

Il portavoce della Fratellanza, Gehad el-Haddad, ha affermato che ci sono stati “sentimenti di angoscia e rabbia, ma anche un forte senso di determinazione” tra i sostenitori di Mursi, che si trovano ancora accampati presso il teatro di violenze di sabato.
“Per noi, se moriamo, incontriamo il nostro creatore e lo abbiamo fatto per una giusta causa … 
O si muore o abbiamo successo”, ha aggiunto.

Domenica, tre persone sono morte in scontri tra sostenitori e oppositori di Mursi nelle città di Port Said e di Kafr El-Zayat, ha riferito una fonte della sicurezza
La tensione si è intensificata in Egitto da quando, il 3 luglio scorso, al-Sisi ha dichiarato che Mursi non era più in carica. 
La Costituzione è stata sospesa e il parlamento sciolto.

Il 26 luglio, un tribunale in Egitto ha ordinato l’arresto del presidente deposto sulla base di una serie di accuse, tra cui l’uccisione di soldati.

Dal momento della sua estromissione, Mursi, che si era insediato nel giugno 2012, è detenuto “preventivamente” dai militari.

Traduzione di Edy Meroli