Eterogenea è la posizione europea nei confronti del governo di unità nazionale palestinese: ogni singolo stato ha assunto atteggiamenti diversi.
Ricordiamo che il nuovo esecutivo, che comprende 25 ministri di vari schieramenti politici – ad eccezione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che non ha voluto aderire, ha ricevuto il voto di fiducia del Consiglio Legislativo ieri pomeriggio, e ieri sera ha giurato davanti al presidente Abbas.
Ma vediamo alcune delle tendenze europee.
La Francia ha espresso il proprio sostegno e ha invitato il ministro degli Esteri palestinese per un incontro a Parigi o nei Territori occupati. Ha inoltre chiesto di alleggerire le sanzioni.
La Gran Bretagna ha annunciato che tratterà solo con i ministri che non fanno parte di Hamas, tuttavia, la ministra degli esteri, Margaret Beckett, si è congratulata con il presidente Abbas "per i suoi sforzi nel garantire gli interessi nazionali che hanno portato alla formazione del nuovo governo sulla scia dell’Accordo di Mecca". E ha aggiunto: "Giudicheremo le azioni del governo".
La Germania, presidente di turno della UE, ha dichiarato: "L’Europa sarà pronta a cooperare e a rinnovare l’aiuto a un governo palestinese che adotti una piattaforma politica che rifletta le richieste del Quartetto (EU, Usa, Onu e Russia, ndr)". Quindi, che riconosca il diritto ad esistere di Israele, che rinunci alla violenza e accetti gli accordi siglati dai precedenti governi palestinesi.
Da parte sua la UE ha approvato la formazione del nuovo governo, risultato dell’Accordo di Mecca.
La Norvegia ha già dichiarato che tratterà con l’esecutivo palestinese.