Governo palestinese di unità nazionale: tanti ostacoli e molte visioni.

Governo di unità nazionale: negoziati bloccati, appuntamenti annullati, accordo saltato, scambi di accuse tra Fatah e Hamas: in questi giorni le notizie si rincorrono e si contraddicono l’una con l’altra, rivelando tuttavia molto chiaramente uno stallo politico provocato dai differenti approcci nei confronti dello stato di Israele da parte dei movimenti palestinesi. 

Ma vediamo alcune posizioni.

Mohammad Awwad.

Il Segretario del Gabinetto palestinese, Mohammad Awwad, oggi ha espresso la speranza che il governo di unità nazionale venga formato entro una settimana, sottolineando come le differenze non sono sostanziali e possono essere risolte attraverso un mutua comprensione tra governo e presidenza e tra le fazioni.

Mohammad Nazzal.

Da parte sua, il membro dell’Ufficio politico di  Hamas, Mohammed Nazzal, ha definito il riconoscimento dello stato ebraico come un "suicidio politico" per Hamas che non deve accadere.

L’affermazione di Nazzal è emersa in un’intervista con il quotidiano kuwaitiano Al-Qabas, durante la sua visita allo stato del Golfo.

Ha aggiunto che Hamas ha imparato la lezione dal precedente governo palestinese, "vittima delle continue estorsioni di Israele e degli Usa", e che dunque non ripeterà l’errore di governi guidati da Fatah.

Il leader politico di Hamas ha affermato che il suo movimento "era ed è ancora sinceramente intenzionato a formare un governo di unità nazionale che consolidi le fila palestinesi e unisca le posizioni politiche".

Ma ha aggiunto che l’improvvisa dichiarazione di Mahmoud Abbas di "congelare" le discussioni con Hamas sul governo di unità nazionale, rilasciata il giorno prima del viaggio a Washington, "ci hanno sorpreso", e chiaramente indicano la presenza di opinioni differenti dentro Fatah e l’esistenza di un gruppo influente all’interno della leadership di Fatah che rifiuta un tale governo.

E ha accusato l’ex dirigente dell’Anp e membro di Fatah, Mohammed Dahlan, di guidare un "gruppo di opposizione" contro la presenza di Hamas in una coalizione di governo, e additandolo come simbolo di una corrente che resiste a qualsiasi intesa tra Fatah-Hamas.

Ha ammesso che la situazione nella scena politica palestinese è "molto dura" e che l’obiettivo è quello di "rovesciare l’attuale governo". Ha aggiunto che il suo movimento è in possesso di "informazioni attendibili" secondo cui il presidente Abbas ha intenzione di formare un governo di "emergenza", e che, se succedesse, sarebbe la fine del sistema politico palestinese.

Inoltre, Nazzal ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati internazionali di ricattare il popolo e il governo palestinesi e di cercare di costringerli a piegarsi alle loro richieste politiche – riconoscimento dello stato ebraico, abbandono della legittima resistenza, ecc. Queste richieste sarebbero un "suicidio politico per Hamas se mai le accettasse".

Ha poi spiegato che le domande politiche di Israele "non hanno mai fine" e ha citato come esempio "le tremende e continue pressioni esercitate sullo scomparso capo dell’Anp, Yasser Arafat, a dispetto dei compromessi a cui lui era sceso". E ha aggiunto che Abbas sta subendo pressioni da certi partiti all’interno di Fatah, e da forze esterne, specialmente gli Usa, che spiegano la sua improvvisa sospensione dei negoziati per la formazione del governo di unità nazionale.

Nazzal ha sottolineato che Hamas gode ancora del sostegno della maggioranza del popolo palestinese, nonostante la campagna di ricatto e i blocchi economici imposti dall’esterno, e ha citato le vittorie ottenute nelle recenti elezioni sindacali in varie categorie professionali.

Mushir Al-Masri. 

Il deputato Mushir Al-Masri, Segretario del blocco parlamentare Cambiamento e Riforma affiliato a Hamas, ha accusato certi partiti palestinesi di cercare di portare avanti accordi politici che accolgano la visione americana.

E ha accusato alcuni dirigenti di diffondere uno stato di confusione nell’arena palestinese e di "mischiare le carte per far fallire tutti gli sforzi diretti alla formazione di un governo di unità nazionale".

Le fazioni palestinesi hanno approvato il documento nazionale affinché serva come base per tutti – ha spiegato Masri – e ha aggiunto che il nuovo accordo richiesto da alcuni dirigenti includerebbe la visione Usa e del Quartetto, che apertamente prevede il riconoscimento di Israele.

Il deputato ha chiesto a tutte le fazioni di prendersi carico delle responsabilità verso il popolo e la causa palestinese, e di rimanere fedeli all’accordo nazionale senza tenere contro del rifiuto americano.

Al-Hayat. 

"Hamas parteciperà al governo di unità nazionale", ha scritto oggi il quotidiano – con sede a Londra – Al Hayat.
Fonti di alto livello in Hamas hanno dichiarato a Al Hayat che il movimento non ha disegnato alcuna "linea rossa su nessun argomento". E che tutto è negoziabile e può essere risolto, tranne il riconoscimento di Israele.

Il quotidiano scrive che Hamas  è pronta a incontrare il presidente Abbas e Fatah, e che ha deciso di lasciare che Abbas sia il responsabile dei negoziati con Israele per il resto del suo mandato presidenziale – circa due anni e mezzo.

La fonte ha sottolineato che il movimento non desidera rendere instabili le relazioni con Abbas, ma che, anzi, vuole avvicinarsi di più a Fatah e a tutti i partiti politici, con l’obiettivo di formare il governo di unità nazionale, poiché questa è l’unica strada per evitare crisi interne e l’isolamento esterno del governo.

Il giornale aggiunge che quei gruppi in Hamas che si  oppongono alla formazione del governo di unità nazionale non creeranno ostacoli, e che si impegneranno di fronte alle decisioni dell’ufficio politico di Hamas e al consiglio ‘Shura’ interno.

(Fonti: ufficio di corrispondenza Al-Watan, Maan News, Palestine-info, Al-Jazeera)

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