Gruppi palestinesi e israeliani per i diritti umani esprimono preoccupazione per palestinese in sciopero della fame

Rehovot – MEMO. Martedì, gruppi palestinesi ed israeliani per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per la condizione di un palestinese che 79 giorni fa ha iniziato uno sciopero della fame contro la sua detenzione amministrativa da parte di Israele.

Maher al-Akhras, 49 anni, è ora in un ospedale israeliano con problemi cardiaci e convulsioni, oltre a entrare ed uscire dal coma, secondo quanto affermato da sua moglie.

Residente nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata, Akhras è stato arrestato a luglio con un ordine israeliano di “detenzione amministrativa”.

L’agenzia israeliana per la sicurezza interna Shin Bet ha affermato che Akhras è stato arrestato dopo una soffiata che lo definisce un agente del gruppo militante del Jihad islamico, accusa che sua moglie ha negato.

È stato trasferito tre settimane fa all’ospedale Kaplan, nella città israeliana di Rehovot, dove ha bevuto acqua ma ha rifiutato cibo solido, secondo la sua famiglia.

All’ospedale, la moglie di Akhras, Taghrid, ha dichiarato alla Reuters che lui avrebbe continuato lo sciopero della fame per il suo rilascio immediato, nonostante la decisione avvenuta lunedì della Corte Suprema israeliana di non prolungare il suo periodo di detenzione oltre il 26 novembre.

“La responsabilità per ciò che accadrà dopo spetta a coloro che possono prevenire l’ulteriore deterioramento della sua salute e persino la morte”, ha affermato in un comunicato il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, che sta monitorando il caso. “Possono ancora impedire che ciò accada”.

La moglie di Akhras ha detto che suo marito, troppo debole per alzarsi dal letto, non era ammanettato in ospedale e non c’erano guardie visibili vicino alla sua stanza.

Il Centro palestinese per i diritti umani ha invitato gli altri gruppi per i diritti umani ad intervenire immediatamente per “salvare la vita di Akhras prima che sia troppo tardi”.

Ci sono circa 5 mila palestinesi nelle carceri israeliane, 350 dei quali in detenzione amministrativa, secondo quanto affermato da funzionari palestinesi. I funzionari israeliani affermano che la detenzione senza processo a volte è necessaria per proteggere le identità degli agenti sotto copertura.

A Gaza, attivisti legati al Jihad islamico hanno affermato di aver ripreso a lanciare palloni incendiari verso Israele, con attaccata la foto di Akhras e la frase “la nostra pazienza sta finendo”.