Gruppi per i diritti esortano ONU ad affrontare arresto israeliano di difensore dei diritti umani

Tel Aviv – Palestine Chronicle e Wafa. In un appello urgente congiunto alle procedure speciali delle Nazioni Unite, gruppi per i diritti umani hanno chiesto di affrontare l’arresto arbitrario israeliano del difensore dei diritti umani franco-palestinese Salah Hammouri.

L’appello congiunto urgente è stato sottoposto alle procedure speciali dell’ONU dall’Associazione solidarietà Francia-Palestina; dall’Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani; dal Consiglio palestinese per i diritti umani, compreso al-Haq e dalla piattaforma delle ONG francesi per la Palestina.

Salah Hammouri, 36 anni, è un cittadino di Gerusalemme franco-palestinese, difensore dei diritti umani, avvocato e membro dell’Associazione Addameer per il sostegno ai prigionieri e per i diritti umani, nonché un ex-prigioniero politico.

Il 7 marzo, tra le 4:00 e le 5:00, circa 25 soldati israeliani, comprese le forze dell’unità speciale Musta’ribeen, hanno sfondato la porta dell’appartamento di Salah Hammouri a Kufr Aqab, a nord di Gerusalemme, sono entrati nella sua camera e lo hanno portato via dal suo letto mentre stava ancora dormendo. I soldati hanno perquisito il locale e hanno confiscato tre cellulari ed un laptop appartenenti ad Hammouri.

Durante il suo arresto, Hammouri ha riportato una ferita al polso, poiché è stato legato con delle manette di plastica, è stato scortato violentemente e costretto a inginocchiarsi sul pavimento, di fronte ad un muro, fino a quando non è stato trasferito su una veicolo militare.

Dopo l’arresto, è stato portato alla base militare di Ofer, a Beitunia, Ramallah, dove è stato trattenuto fino alla sera e poi è stato trasferito al centro d’interrogatorio del Complesso russo (Mascobiya), nella Gerusalemme Ovest.

Il 9 marzo, un giudice militare israeliano ha esteso l’ordine di detenzione iniziale di Hammouri, seguito presto da una detenzione amministrativa di tre mesi ordinata dal comandante militare israeliano sulla base di “informazioni segrete”.

Hammouri aveva presentato un appello contro la decisione del ministero dell’Interno israeliano di revocare la sua residenza permanente a Gerusalemme, descritta da gruppi per i diritti umani come una “profonda violazione del diritto internazionale, che lo pone a rischio imminente di espulsione forzata, [facendo sì che ciò sia] paragonabile a gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra, al crimine di guerra del trasferimento forzato della popolazione, ai crimini contro l’umanità di sfollamento e all’Apartheid”.

I gruppi per i diritti umani hanno chiesto alle procedure speciali delle Nazioni Unite di richiedere l’avvio immediato di un’indagine sulla sorveglianza illegale dei telefoni dei difensori dei diritti umani e di tutte le altre vittime che sono state in contatto con Hammouri.

Hanno chiesto che venga fatta giustizia, anche presso la Corte penale internazionale, e che Israele venga responsabilizzato per le diffuse e sistematiche violazioni dei diritti umani e per i presunti crimini internazionali, compresi quelli del trasferimento della popolazione e dell’apartheid, considerato un crimine contro l’umanità.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.