Gaza – MEMO. I gruppi palestinesi per i diritti umani hanno esortato la Corte penale internazionale ad indagare sull’attacco israeliano alla Striscia di Gaza avvenuto lo scorso anno. Al-Haq, al-Mezan ed il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) hanno fornito una descrizione ed un’analisi dettagliate dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante l’offensiva militare del maggio 2021.
“L’attacco del maggio 2021 a Gaza è solo l’esempio più recente di una serie di operazioni militari altamente distruttive volte a causare danni e sofferenze sproporzionati alla popolazione civile della Striscia di Gaza, che è soggetta ad una chiusura illegale da 15 anni”, ha affermato Raji Sourani, direttore del PCHR.
L’operazione israeliana è stata denominata in codice “Operazione Guardian of the Walls“. È stata lanciata nel contesto di un’ondata di repressione eccezionalmente grave da parte delle autorità israeliane in tutta la Palestina occupata.
Sourani ha affermato che la tensione è aumentata dopo che i tribunali in Israele hanno ordinato l’espulsione delle famiglie palestinesi dalle loro case nel quartiere occupato di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme, ed il trasferimento dell’area ai coloni israeliani. Le inaccettabili espulsioni – una pulizia etnica in tutto, tranne che nel nome – hanno portato a proteste che si sono diffuse in tutti i Territori palestinesi, e che Israele ha represso con forza.
A Gerusalemme e all’interno della Linea Verde (armistizio del 1949) ciò si è tradotto in ondate di arresti arbitrari, violenze della polizia e folle di estremisti israeliani che linciavano i palestinesi, mentre erano protetti e supportati dalle forze di sicurezza dell’occupazione. In Cisgiordania, ha preso la forma di un inasprimento del regime d’occupazione da parte delle forze armate e di sicurezza israeliane.
La Striscia di Gaza, nel frattempo, è stata colpita da un’offensiva militare su vasta scala. Undici giorni di pesanti bombardamenti hanno ucciso 240 palestinesi e ne hanno feriti 1.968.
L’analisi fornita alla CPI si concentra in particolare sui crimini internazionali commessi a Gaza, coerenti con i precedenti attacchi militari contro l’enclave costiera ed il suo blocco illegale, in atto da 15 anni.
“L’attuazione di questi atti deve essere vista nel contesto della prolungata e bellicosa occupazione israeliana dell’intero territorio palestinese e dei diffusi crimini sistemici contro l’umanità, compreso l’Apartheid, e gravi crimini di guerra”, ha spiegato Shawan Jabareen, direttore di al-Haq.
Issam Younis, direttore generale di al-Mezan, ha insistito sul fatto che le vittime hanno già aspettato troppo a lungo per ottenere giustizia. “Quanto tempo ancora dovranno aspettare i palestinesi a Gaza prima che la CPI consideri responsabili i dirigenti israeliani?”
Un’azione penale efficace è giustificata e costituirebbe l’ultima risorsa per ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali.