Gruppo interfedi per la tutela della libertà di preghiera dei Palestinesi a Gerusalemme

JerusalemChrisHazouJewishvoiceforpeace.org. Noi, sottoscritti, siamo solidali con i palestinesi, in particolare quelli a cui gli è stato vietato di pregare in pace e sicurezza presso la moschea sacra di Al Aqsa a causa delle violenza dei coloni israeliani, che è stata supportata dalla polizia israeliana e dai militari.

Noi sinceramente crediamo nella libertà di culto per tutte le persone. Questo non è un conflitto religioso tra musulmani ed ebrei. Né si tratta di un conflitto che riguarda l’accesso allo spazio per pregare come affermano diversi gruppi di coloni. Si tratta di una lotta tra un occupante e un popolo occupato. Le tensioni sorgono a causa di provocazioni del Movimento del Tempio, una coalizione messianica di diversi gruppi ebraici, estremisti – sostenuta dalle autorità israeliane – intenti a prendere il controllo del santuario di Al Aqsa ed appropriarsene definitivamente. Ai Cristiani palestinesi è vietato l’accesso alle chiese di Gerusalemme e spesso anche loro si ritrovano bersaglio di attacchi dei coloni.

Alti funzionari israeliani hanno minacciato di prendere la sovranità di Al Aqsa. In caso di successo, di fatto espellerebbero completamente i palestinesi dalle parti del santuario, oltre la distruzione di una grande percentuale della stessa moschea di Al Aqsa. Tutto questo porta ad un clima di paura e di grande instabilità, che potrebbe estendersi in tutto il mondo musulmano.

La libertà religiosa è garantita dal diritto internazionale, compresa la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Essa è sancita anche dalla legge americana, che obbliga i destinatari di assistenza dagli Stati Uniti all’estero, finanziamento militare per proteggere la libertà di culto religioso altrui.

Come americani, noi crediamo nei nostri valori sanciti che sottolineano la libertà di religione e la libertà di culto. E come americani, siamo seriamente preoccupati che le politiche provocatorie israeliane, che sono incluse nell’ International Religious Freedom Report 2013 del Dipartimento di Stato, rifletteranno male sulla nostra immagine davanti a tutta la comunità globale.

Insieme invochiamo il presidente Barack Obama e il segretario di Stato americano John Kerry di contenere Israele, riportare Israele agli stessi standard dei diritti umani che sono richiesti a livello mondiale. Chiediamo anche che Obama e Kerry salvaguardino i diritti inalienabili di libertà religiosa americani al fine di garantire i palestinesi dei loro diritti e permettere l’esercizio della libertà di culto in pace e sicurezza.

Traduzione di Suhair El Qarra