Gruppo israeliano per i diritti preme su Israele per interruzione delle misure punitive su Gaza

Palestinechronicle.com.  Giovedì 27 agosto, un gruppo israeliano per i diritti ha lanciato un appello alle autorità occupanti affinché interrompano immediatamente le misure punitive nei confronti della Striscia di Gaza e permettano l’ingresso di carburante, beni di prima necessità e materiale essenziale per combattere l’epidemia da Covid-19. 

Il Gisha (Centro legale per la libertà di movimento) ha confermato che le autorità a Gaza “hanno esteso a 72 ore il lock-down generale nella Striscia, che terminerà domenica. I movimenti tra i distretti della zona sono quindi proibiti”. 

Nel contesto di questa difficile situazione, Gisha ha annunciato: 

“Saranno aperte solo le strutture mediche e i servizi essenziali come panetterie e centri di distribuzione dell’acqua. Scuole, attività, moschee e istituzioni pubbliche sono tutte chiuse. I residenti hanno ricevuto istruzione di indossare le maschere per uscire di casa per acquistare beni di prima necessità. Il valico di frontiera di Kerem Shalom è stato parzialmente riaperto”. 

Gisha ha affermato che Israele continua le sue punizioni ingiustificate contro Gaza. “In questo periodo di grande allerta e incertezza, Israele continua a bloccare l’ingresso di carburante a Gaza, incluso quello destinato alla centrale elettrica, il cui funzionamento è stato interrotto dal 18 agosto”, ha detto il gruppo. 

Ha inoltre reiterato il fatto che la mancanza di elettricità “mette a rischio la sopravvivenza di ospedali, centri di quarantena, servizi per lo smaltimento dei rifiuti, la desalinizzazione dell’acqua e i centri di distribuzione, oltre a impedire attività casalinghe basiche come la refrigerazione degli alimenti, in un periodo in cui i residenti sono obbligati a stare dentro le loro abitazioni”. 

Nel frattempo, il gruppo ha spiegato: 

“Israele continua anche a mettere in atto un blocco marittimo, dal 16 agosto, danneggiando una importante fonte di alimentazione ed entrate per Gaza. Dall’ 11 agosto ha anche bloccato l’ingresso di materiale da costruzione”. 

A conclusione del comunicato, il gruppo ha lanciato un appello urgente: “Israele deve immediatamente invertire le sue misure di punizione collettiva e permettere l’ingresso di carburante, beni essenziali e tutto ciò che serve per garantire la sicurezza alimentare per i residenti a Gaza, e permettere lo svolgimento delle attività economiche nella misura più ampia possibile in questo periodo”.

Traduzione per InfoPal di Giulia Barbini