Guerra in Ucraina e North Stream 2. Intervista a Gerardo Femina

La stampa mainstream occidentale sembra retrocedere dalla volontà di chiarire l’origine della Guerra in Ucraina, omettendo completamente le dinamiche di causa-effetto. Per analizzare le cause geopolitiche ed economiche dell’attuale ripresa del conflitto in Ucraina abbiamo intervistato Gerardo Femina, pacifista, attivista per i diritti umani, ex-presidente della Comunità per lo Sviluppo Umano in Italia, impegnato da sempre in attività sociali, politiche e culturali. Da 20 anni vive a Praga, dove è stato tra i promotori della campagna “Europe for Peace” e della protesta contro il cosiddetto Scudo stellare, che gli Stati Uniti volevano installare in Repubblica Ceca. Scrive di politica e società. Negli ultimi anni si è dedicato alla costruzione del Parco di studio e riflessione in Repubblica Ceca.

Intervista a cura di Lorenzo Poli.

I venti di guerra di queste settimane dove hanno origine? Chi vuole la guerra?
Anche se si parla di guerra tra Russia e Ucraina, è evidente che il conflitto è tra Russia e Stati Uniti e l’Ucraina, come tutta l’Europa, si trova al centro di questo vortice. In qualche modo è lo scontro tra grandi gruppi di potere che lottano per il controllo del territorio europeo, territorio piccolo geograficamente ma molto ricco e quindi importante a livello mondiale. Gli Stati Uniti, negli ultimi decenni, dopo la fine della presidenza di Eltsin, avevano perso terreno e hanno cercato di riguadagnarlo con un’aggressione ibrida alla Russia.

Gli USA stanno conducendo una guerra commerciale per favorire le proprie industrie? Da dove nasce e come si colloca in questa situazione il North Stream 2?

Il gasdotto Nord Stream 2 è un raddoppiamento del Nord Stream e porterebbe ad un grande aumento della quantità di gas che dalla Russia arriva in Germania e in Europa tramite il Mar Baltico. È stato terminato a novembre 2021 ma sospeso per le pressioni degli Stati Uniti. In realtà Washington si è sempre opposta alla realizzazione di questo gasdotto. Lo fece per esempio Trump, nel 2019, imponendo delle rigide sanzioni alle compagnie coinvolte nei lavori.
Secondo George Friedman, politologo e analista, fondatore e presidente di Geopolitical Futures: “Per gli Stati Uniti la paura principale è il capitale e la tecnologia della Germania, insieme alle risorse naturali e alla manodopera russa. È l’unica combinazione che per secoli ha spaventato a morte gli Stati Uniti”. Questa collaborazione porterebbe ad una perdita di potere e controllo sull’Europa, dunque l’asse Germania (Europa) – Russia non s’ha da fare!
Dopo l’invasione dell’Ucraina il primo provvedimento è stato congelare il Nord Stream 2 e gli USA si sono proposti come rifornitore alternativo di gas per l’Europa. Si tratta del cosiddetto NGL, gas liquido estratto grazie a una tecnica detta fracking dalla frammentazione delle rocce di scisto, una tecnica altamente inquinante e pericolosa. Questo gas liquido viene trasportato con navi e successivamente viene rigassificato.

L’innalzamento dei prezzi del gas in seguito alla sospensione del North Stream 2 è una conseguenza della speculazione delle aziende di stoccaggio o una politica intenzionale?
Penso che siano entrambe le cose. Sappiamo che in questi mesi i russi hanno continuato ad onorare i contratti di fornitura del gas non modificando né le quantità né il prezzo. Molti esperti dicono che c’è stata una speculazione da parte delle aziende di stoccaggio, che vedendo esaurire le riserve e per le incertezze riguardo al futuro hanno alzato i prezzi. Ma è più probabile che sia una mossa intenzionale per i motivi di cui ho risposto alla domanda precedente: gli USA vogliono impedire la collaborazione della Russia con l’Europa e in particolare con la Germania e vendere il proprio gas di scisto che è un affare miliardario.

Molti, ingenuamente, si meravigliano della reazione della Russia, ma non era prevedibile sul piano politico-militare?
Effettivamente ascoltiamo molti giornalisti ed osservatori dichiararsi stupiti dalla reazione violenta e improvvisa della Russia, cosa invece prevedibile da chi pone attenzione ai processi e non solo ai dettagli. Già nel 2007, nella Dichiarazione Europa per la Pace, scritta insieme ad alcuni amici umanisti e che ha ricevuto l’immediata adesione di Michail Gorbaciov e Noam Chomsky, avevamo detto che l’Europa sarebbe precipitata in un grave conflitto se avesse continuato ad appoggiare la politica di Washington. Non si osservano i processi, al contrario c’è una grave tendenza a vedere ed analizzare gli eventi come se fossero delle fotografie. Il solo fatto che la NATO, nata come un’alleanza difensiva, nel momento in cui veniva sciolto il Patto di Varsavia, invece di chiudere i battenti si rafforzava e cominciava attività militari, mostrava una tendenza, una direzione mentale che prima o poi avrebbe prodotto dei conflitti.

Crede che la Russia abbia commesso un “passo falso”?
In qualche modo sì, o meglio,  la Russia ha fatto la “mossa falsa” che gli Stati Uniti hanno provocato e stavano aspettando per poter così giustificare nuove sanzioni. Dagli inizi della crisi, Mosca ha provato a trovare un accordo spiegando chiaramente le sue richieste: che l’Ucraina non fosse inglobata nella NATO, non potendo assolutamente accettare installazioni militari americane con missili nucleari a 500 chilometri da Mosca. Queste richieste sono state definite inaccettabili come se invece fossero accettabili ipotetici missili russi in Messico o in Canada al confine con gli Stati Uniti.
Con questo, ovviamente, non giustifico l’uso della violenza né della guerra, ma sto solo comprendendo il contesto generale in cui questa decisione è stata presa. Rimane la grande domanda sul perché la Russia abbia fatto questa mossa falsa sapendo che è quella che gli USA stavano aspettando e sapendo anche a quali grandi problemi sarebbe andata incontro. È ovvio che quanto viene detto dal mainstream sono favolette per l’opinione pubblica. Mi riferisco alla storia che Putin sia un folle e alle mire espansionistiche della Russia.

Crede che, sul piano diplomatico, gli USA abbiano già vinto questa guerra?
Gli USA hanno vinto su tutti i fronti, almeno in questo momento. Hanno raggiunto diversi loro obiettivi:
1. Nuove sanzioni contro la Russia.
2. Bloccare il gasdotto Nord Stream 2 e soprattutto fermare una delle cose che più temono: la collaborazione tra Europa (Germania) e Russia.
3. Proporsi all’Europa come alternativo fornitore di gas.
4. Convalidare la narrativa che Putin abbia mire espansionistiche.
5. Aumentare il controllo sull’Europa.
6. Fare una guerra in Europa inviando solo armi e non soldati. La guerra contro la Russia la stanno facendo gli europei, soprattutto gli ucraini e in generale i Paesi dell’Est.
Quest’ultimo punto fa riflettere in modo particolare, perché chi sta soffrendo in questo momento per la guerra è il popolo ucraino, per una guerra che non è la loro, ma che è tra Russia e USA, e loro sono l’agnello sacrificale.

Ciò che stiamo vivendo in queste settimane è la conseguenza di 30 anni di aggressioni statunitensi in funzione anti-russa?
Senza alcun dubbio. Il non aver rispettato gli accordi con Gorbaciov nel 1990 – di non ampliare la NATO ai Paesi dell’Est – è stato un momento cruciale. L’aggressione è continuata con il cosiddetto scudo stellare e con l’installazione di basi militari in Polonia e Romania. L’avanzata degli USA è continuata nel 2014 con la rivoluzione in Ucraina, con regia occidentale, che ha portato quel paese ad un governo di oligarchi vicini a Washington. Successivamente, nel 2015, il Dragoon Ride ha portato truppe statunitensi in tutto l’Est europeo fino ai confini con la Russia, accompagnando le manovre militari con una campagna di incitamento all’odio nei confronti dei russi ed in particolare contro Putin. E inoltre, molto importante, con numerose sanzioni economiche e finanziarie volte a indebolire un’economia già in difficoltà.

Qual è la vostra posizione come Europa per la Pace?
In generale siamo per un’Europa indipendente dalle altre grandi potenze, con una politica estera comune volta davvero alla pace e al benessere. Per questo abbiamo nel nome di questa campagna usato il “per” la pace, nel senso di essere volta attivamente in questa direzione. Nella situazione di oggi l’unica soluzione è il dialogo. È chiaro che la prima richiesta è che la Russia ritiri le truppe ma contemporaneamente i governi europei devono smettere di inviare armi in Ucraina e ascoltare le richieste della Russia che vuole salvaguardare la sua sicurezza nazionale. Purtroppo assistiamo ad “un’Europa per la guerra” in questi giorni tristi, giusto il contrario delle nostre aspirazioni. La narrazione di un popolo, quello ucraino, che lotta per la propria indipendenza e che chiede aiuti militari da tutto il mondo ed addirittura dalla NATO ci mette in presenza di una propaganda militarista e violenta.
D’altra parte crediamo che la gente comune voglia la pace ed a loro rivolgiamo il nostro messaggio e la nostra speranza.