Hamas: ‘È necessario mutare l’approccio politico ‘fallimentare’ portato avanti da Abbas’

Ramallah – Pic. Fonti ufficiali di Hamas hanno definito il discorso di giovedì scorso del presidente dell'Anp Mahmud Abbas, nel quale ha dichiarato di non volersi ricandidare alla presidenza nelle prossime elezioni, come “una dichiarazione esplicita del fallimento del progetto di ‘normalizzazione’, ormai finito in un vicolo cieco”.
Secondo la stessa fonte, “la questione importante non è il fatto se Mahmoud Abbas si candidi o no alle elezioni presidenziali, poiché la ‘questione palestinese’ è e rimarrà più importante di tutti i dirigenti”.

Hamas ha poi sottolineato che “ciò che è necessario ora è cambiare l'approccio politico fallimentare seguito da Abbas e dalla sua squadra impegnata nella ‘normalizzazione’, senza più insistere su questa strada distruttiva per il nostro popolo e la nostra causa nazionale. Per affrontare la posizione americana a favore di Israele e nociva per i nostri diritti nazionali, serve ricostruire una posizione nazionale palestinese basata sui nostri interessi nazionali, non in base alle condizioni del Quartetto e dei diktat sionisti”.

Prosegue poi la fonte di Hamas: “Noi del movimento Hamas chiediamo a Mahmoud Abbas e ai fratelli di Fatah di ricostruire e riorganizzare in maniera sincera la ‘casa comune’ palestinese, garantendo il successo della riconciliazione nazionale, senza porre ostacoli, e andando alle elezioni con il consenso nazionale palestinese e non con una decisione unilaterale di Abbas, in modo che queste elezioni possano rientrare nel processo di riconciliazione e non siano, piuttosto,  un’alternativa ad esso”.

Hamas afferma inoltre che “il senso di responsabilità nazionale richiede franchezza per dire al popolo palestinese che la scelta della ‘normalizzazione’ è stata un miraggio, una grande illusione, per cui non ci si deve perder dietro queste trattative, ma si deve invece riportare in auge la scelta della resistenza e la linea della costante fermezza nazionale, arrestando tutte le forme di cooperazione con gli occupanti e le persecuzioni operate dalle Forze di sicurezza palestinesi in Cisgiordania. Ricostruendo l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina in base a quanto è stato concordato nei colloqui del Cairo, e creando un punto di riferimento nazionale che rappresenti tutte le forze e le fazioni palestinesi, gestisca al meglio le decisioni e curi gli interessi generali del nostro popolo”.

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