Gaza-MEMO. Il gruppo di resistenza palestinese Hamas è disposto ad accettare un cessate il fuoco condizionale, ha riferito ABC News citando un alto funzionario, ma gli israeliani non hanno alcun interesse a porre fine al loro assalto alla Striscia di Gaza assediata.
Gli ultimi dati mostrano che sono morte più di 230 persone tra cui 65 bambini, 35 donne e 16 anziani, mentre altre 1.700 sono rimaste ferite durante l’offensiva israeliana iniziata il 10 maggio. Dodici israeliani sono stati uccisi.
“Abbiamo informato tutte le parti che avremmo accettato un cessate il fuoco reciproco tra Israele e Hamas con due condizioni”, ha dichirato a ABC News martedì sera il dott. Basem Naim, un ex ministro della salute palestinese che ora è a capo del Consiglio per le relazioni internazionali di Hamas.
Stabilendo le condizioni per un cessate il fuoco, Naim ha detto: “Primo, le forze israeliane devono fermare le incursioni nel complesso di Al-Asqa e rispettare il sito. Secondo, Israele deve fermare l’evacuazione forzata dei residenti palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah. Questa condizione è conforme al diritto internazionale, non si tratta solo di una condizione prevista dall’autorità di Hamas”.
Israele, tuttavia, non è interessato a un cessate il fuoco, secondo un funzionario israeliano con conoscenza diretta della questione.
“Diciamo che fermarsi prematuramente significa dare ad Hamas la vittoria che vuole”, ha detto martedì sera il funzionario israeliano ad ABC News. “Hamas deve uscirne sconfitto”.
Sono aumentate le pressioni su Israele per fermare il suo assalto. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ieri ha esortato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad allentare le tensioni con Gaza “sulla via” del cessate il fuoco. Il leader di estrema destra del Likud, tuttavia, ha respinto qualsiasi richiesta di porre fine ai bombardamenti dei palestinesi da parte dello Stato sionista.
L’ultimo assalto a Gaza ha unificato ogni comunità palestinese, compresi i 2,1 milioni di cittadini di Israele. È iniziato dopo settimane di provocazioni e pulizia etnica nella Gerusalemme est occupata. Ad aprile i coloni sono scesi in città cantando “Morte agli arabi” e picchiando i palestinesi.
All’inizio di maggio, gli ordini di espulsione contro le famiglie palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est si profilavano grandi. Più o meno nello stesso periodo le truppe israeliane hanno preso d’assalto la moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, durante il mese sacro del Ramadan, attaccando i fedeli con gas lacrimogeni e proiettili d’acciaio rivestiti di gomma, provocando centinaia di feriti.
Traduzione per InfoPal di L.P.