‘Hamas, Resistenza o Rivoluzione?’

 

Pensieri scomodi su Hamas di un cristiano europeo.

Resistenza o Rivoluzione?

 del Prof. Luca Fantinií

  www.TerraSantaLibera.org

Le analisi di settori militari, mediatici o intellettuali occidentali (ma paradossalmente, anche di quelli sionisti) sembrano coincidere sul fatto che Hamas sia un movimento “militarista”, rivoluzionario, strategico.

Oltre che “integralista islamico”, naturalmente.

In realtà, studiando la storia di Hamas ci si accorge che Hamas è stato, prescindendo dall’al-Fatah nazionalrivoluzionario prima maniera, che meriterebbe un capitolo a parte, tra i movimenti della Resistenza Palestinese, quello più tattico, più accorto, più “politico”.

Certamente, l’elemento islamico è centrale in Hamas, ma ciò non contraddice quanto ho premesso.

Per comprendere a fondo Hamas, va chiarito che l’organizzazione si compone di tre fondamentali rami divisi in tre distinte aree geografiche: la Cisgiordania, la striscia di Gaza (entrambe in Palestina) e le comunità in esilio (esterne alla Palestina), che si trovano soprattutto in Giordania, Libano e Siria.

E’ divisa dunque in una sezione esterna alla Palestina e una interna; i rappresentanti al Consiglio Consultivo sono eletti dai membri locali; il Consiglio, a sua volta, elegge i componenti dell’Ufficio Politico, un organismo formato da venti persone che si occupa di amministrazione.

Il movimento ha una fortissima presenza nei campi profughi, certamente, in linea generale, ancora oggi più bassa rispetto ad Al Fatah.

Hamas è organizzata con un sistema di ferrea disciplina, gerarchicamente articolata all’interno e con un grande cameratismo e una cultura di solidarietà e fratellanza tra i membri. Durante i sessanta anni di resistenza nazionale antisionista, Hamas è il solo movimento che – a parte un dissidio interno che riguardava il gruppo di Isma’il Abu Shanab, dopo la conferenza del Cairo, nel gennaio 1995, che poi si ricomponeva – non subiva scissioni e spaccature interne. Il dato è ancor più significativo e importante se si tiene presente che Hamas conta certamente al proprio interno diverse fazioni e diversi orientamenti. La differenziazione, comunque, tra estremisti e moderati, non coglie affatto la natura di Hamas, in particolare qualora si voglia applicare un criterio ideologico alle normali differenze geografiche e contingenti tra i tre rami.

Soprattutto l’ascesa al potere, dopo le elezioni parlamentari nel gennaio 2006, sta sottoponendo la coesione e l’unità di Hamas alla prova più dura, dovendo coniugare la sua missione di movimento di liberazione nazionale con i compiti di governo, in una situazione di assedio continuo da parte dell’entità sionista che ha portato continuamente oltre il limite la umana possibilità di resistenza della popolazione di Gaza, la quale, nonostante tutte le immense prove affrontate, è rimasta sostanzialmente sempre, dal 2006 ad oggi, al fianco di Hamas

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