Gaza. Khalil al-Hayya, dirigente di Hamas, ha esposto all'Agenzia Ma'an, una nuova proposta del suo movimento.
Hamas propone l'avvio di una nuova fase con la creazione di uno stato palestinese, entro le frontiere del '67, senza però che l'atto implichi un riconoscimento di Israele.
La proposta rientra in un piano per l'istituzione dello stato palestinese “a tappe” sulla linea d'armistizio del 1967. Gerusalemme est sarà riconosciuta come capitale dello stato palestinese.
In una conferenza tenutasi a al-Shuja’iyya, a Gaza, Hayya ha incluso in questa proposta: “Il ritorno di tutti i rifugiati in uno scambio che si testerà per 10 anni, arco di tempo in cui non ci sarà alcun riconoscimento di Israele”.
Se la comunità internazionale si impegnerà per garantire il rientro di 6 milioni di profughi palestinesi – pietra miliare della causa palestinese – nelle abitazioni da cui furono espulsi ad Haifa, Yaffa ed Akko (Acri) allora, non si considererà più Israele uno potenza occupante.
Proseguendo, Hayya ha ricordato che, contro la “spietata guerra” di Israele contro i palestinesi, questi non hanno altra scelta che la resistenza per la riconquista dei propri diritti. Ha seguito un appello alla nazione affinché “sia sempre preparata per mezzo della propria cultura, fede, armi ed unità”.
La proposta che ha per oggetto le linee di confine del 1967, ha aggiunto Hayya, è molto diversa da quelle promosse da Fatah e richiama la fazione rivale a riflettere su altre opzioni, anzitutto quella di coinvolgere i gruppi palestinesi nel processo di pace.
“Lavoriamo per l’unità e non priviamo il nostro popolo della possibilità di scelta!”:
Queste dichiarazioni seguono una campagna mediatica israeliana in cui si riportava di una comunicazione che il governo di Hamas aveva rivolto all’amministrazione Obama proprio sulla propria disponibilità a “riconoscere Israele sulle frontiere del ’67 contro un accordo di tregua”.
Hamas, ha confermato quanto summenzionato specificando che, nella propria comunicazione ad Obama, il movimento ha ricordato il proprio diritto a resistere all’occupazione israeliana fino al giorno in cui questa non si ritirerà dalle aree occupate nel 1967.
Taher al-Nu’nu, portavoce del governo di Gaza ha aggiunto: “nella lettera si chiede inoltre ad Obama di rivedere ed apportare dei cambiamenti alla sua politica nei confronti dei palestinesi e dei loro diritti”.