Haniyah: causa palestinese ad un punto di svolta, ma richiede volontà politica

Memo. Ismail Haniyah, vice presidente dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato che il treno del governo di unità nazionale non è ancora giunto a destinazione, dato che richiede l’applicazione di tutti gli accordi di riconciliazione.

Durante il suo sermone, in occasione della preghiera del venerdì, alla moschea al-Katiba di Gaza, ha affermato che è stato raggiunto un accordo su cinque argomenti per l’accordo di riconciliazione: la formazione del governo, l’attivazione del Consiglio Legislativo palestinese, lo svolgimento delle elezioni legislative, la riconciliazione della comunità e l’attivazione del quadro di leadership dell’OLP.

Ha inoltre notato che quel governo è stato formato, ma tutte le altre questioni sono state sospese, aggiungendo che la leadership non si è ancora riunita dalla formazione del governo.

“Il governo deve assumersi le proprie responsabilità su Gaza e la Cisgiordania”, sottolineando che ci sono tre compiti principali assegnati al governo: ricostruzione, preparazione delle elezioni e unificazione delle istituzioni palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

Haniyah sottolinea inoltre che la causa palestinese è a un punto di svolta che richiede la volontà politica affinché le persone si dedichino completamente alla loro causa principale: Gerusalemme e la moschea di al-Aqsa.

In questo contesto, Haniyah ha affermato che le decisioni prese dal Consiglio dell’OLP in cui si annuncia la fine della coordinazione della sicurezza con l’occupazione hanno rappresentato “un passo nella giusta direzione”, chiedendo la loro immediata applicazione.

“La vera prova di queste decisioni è la loro trasformazione dalla teoria alla pratica”, la fine della coordinazione della sicurezza e dei negoziati con l’occupazione e la costituzione di una strategia nazionale unitaria.

Durante la sessione di chiusura del meeting di due giorni del Consiglio Centrale dell’OLP, tenutosi a Ramallah giovedì sera, è stato deciso di porre fine a tutte le forme di coordinazione di sicurezza con Israele e di ritenere Israele responsabile, come forza occupante, per il popolo palestinese.

In un contesto a parte, il vice presidente dell’ufficio politico di Hamas, ha rigettato le decisioni della corte egiziana contro Hamas e le Brigate Ezzedin Al-Qassam.

Ha sottolineato che queste decisioni riflettono la dipartita dalle costanti egiziane, non da quelle palestinesi, aggiungendo che “lasceremo ai nostri fratelli in Egitto la risoluzione di questa questione giudiziaria”.

Haniyah ha inoltre notato che Hamas non ha alcuna possibilità di intervento militare o di sicurezza nel Sinai, in Egitto o in nessuna altra parte del mondo arabo. Aggiunge poi: “Noi abbiamo pieno rispetto per la sicurezza nazionale egiziana e non abbiamo intenzione di causare alcun danno. Non abbiamo mai pensato di nuocere alla sicurezza nazionale egiziana o araba”.

Traduzione di Domenica Zavaglia