Haniyah ha dichiarato, al momento del festival di “Gerusalemme e Al-Aqsa”, organizzato dall’Ufficio di presidenza di Gerusalemme al movimento “Hamas”, domenica (5/6): “Apprezziamo le esigenze egiziane di sicurezza nazionale. Abbiamo fornito a Gaza tutto quanto in nostro potere per proteggere la frontiera al fine di salvaguardare la sicurezza comune e poniamo quindi le basi per una posizione di responsabilità”, sottolineando che Hamas non ha alcuna attività militare nel Sinai o altrove eccetto nei territori palestinesi occupati.
Il dirigente palestinese ha specificato che Gaza non ha attaccato l’Egitto e non lo farà mai, aggiungendo: “Non ci occupiamo di tutte le iniziative legate alla nazionalizzazione o internazionalizzazione, ma solo di quelle riguardanti la Palestina”.
Disinformazione
Haniyah ha invitato il popolo palestinese e la nazione ad iniziare a costruire una strategia tale da svelare la “disinformazione”, lodando “chi lavora giorno e notte in ogni posto arabo e europeo per mostrare il viso orribile dell’occupazione israeliana”.
Haniyah ha invitato all’unità nazionale e a costruire un fronte palestinese fondato su basi chiare, sottolineando che è essenziale il progetto nazionale basato sulle costanti palestinesi, in particolare, la Gerusalemme capitale, la riconciliazione e l’attuazione degli accordi firmati, sottolineando la volontà del suo movimento in tal senso.
Il vice presidente dell’Ufficio politico di Hamas, ha lodato gli sforzi arabo-israeliani di riavviare la riconciliazione insistendo sull’impegno del suo movimento nella strategia di apertura sui paesi arabi ed europei.
Protezione dell’Intifada
In un altro contesto, Haniyah si è congratulato con gli abitanti di Gerusalemme e della Cisgiordania, quelli dei territori occupati nel 1948, sottolineando che essi “rappresentano i guardiani di Gerusalemme”.
Ha invitato alla protezione dell’Intifada di Gerusalemme e ha aggiunto: “Siamo in una fase eccezionale che necessita di decisioni straordinarie basate su audacia, coraggio e volontà”.
Haniyh ha proseguito dicendo: “L’Intifada è la scelta del popolo e la rivolta della generazione”, confermando che “è il cammino verso la liberazione di Gerusalemme, il ritorno del popolo palestinese nella sua terra”.
Traduzione di Giovanna Vallone