Haniyah: 'Non esiste uno Stato palestinese a Gaza, ma neanche uno Stato senza Gaza'.

"Non esiste uno Stato palestinese a Gaza e nessuno Stato può essere stabilito senza Gaza". E’ quanto ha ribadito il premier Isma’il Haniyah durante la riunione settimanale con il governo palestinese della Striscia di Gaza (deposto dal presidente dell’Anp Mahmoud Abbas).

Haniyah ha spiegato che la soluzione per uscire dall’attuale crisi politica in Palestina va trovata attraverso il dialogo, l’unità interpalestinese e il rispetto della Legge base: "La soluzione sta in cinque punti: riformare i servizi di sicurezza; formare un governo di unità nazionale; tener fede agli accordi di Mecca, del Cairo e a quelli nazionali; accogliere la legittimità palestinese nel suo insieme e accettare che le istituzioni palestinesi e le proprietà pubbliche appartengono a tutti i palestinesi".

Haniyah ribadito anche il proprio rifiuto del decreto presidenziale che "modifica il sistema elettorale, toglie potere al parlamento e danneggia gli interessi nazionali". E ha invitato il presidente egiziano Hosni Mubarak e il ministro Omar Sulaiman ad "operare velocemente per aprire il valico di Rafah, la vena principale del popolo palestinese a Gaza".

Apprezzamento per la posizione italiana
Il premier palestinese ha poi trasmesso i ringraziamenti del governo di Gaza "per gli sforzi intrapresi dall’Italia e da altri Stati europei di riunire il popolo palestinese e realizzare un accordo interno".
E ha apprezzato le dichiarazioni del primo ministro italiano Romani Prodi e il suo ministro degli esteri Massimo D’Alema sulla necessità di trattare con il movimento di Hamas e togliere l’assedio imposto contro il popolo palestinese.

Haniyah ha confermato che gli incontri con gli europei non si sono mai interrotti: "I politici che abbiamo incontrato hanno colto la nostra sincerità nel voler raggiungere una soluzione giusta alla nostra questione, la legittimità della nostra resistenza contro l’occupazione e il diritto del nostro popolo al ritorno in patria".
E ha aggiunto: "Le condizioni imposte dal Quartetto al nostro movimento dopo la vittoria elettorale e la formazione del primo governo palestinese su base democratica sono ingiuste".
E ha chiesto a Javier Solana, l’Alto Coordinatore della politica estera e della sicurezza dell’Unione Europea, "di cercare la giustizia e di allontanarsi dalla politica dei due pesi e due misure, di rispettare la scelta democratica del nostro popolo, di non porre condizioni al governo attuale (della Striscia di Gaza, ndr), ma di proseguire il dialogo, perché i tentativi di ignorare (Hamas, ndr) non garantiranno la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo dell’area"..

L’invito dell’Algeria
A nome del suo governo, Haniyah ha apprezzato l’invito dell’ambasciatore algerino Abdelqader Hijaz ad allargare lo spazio di lavoro della commissione di indagine sui fatti della Striscia di Gaza affinché possa diventare "una commissione per realizzare la pace tra i palestinesi".
Dopo aver assunto la presidenza della seduta 128 del Consiglio della Lega Araba, Hijaz ha sollecitato la riappacificazione tra il popolo palestinese: "Nessuna iniziativa di pace potrà avere inizio se il popolo palestinese non è unito".

Un decreto inaccettabile
Haniyah ha confermato il rifiuto del suo governo al decreto presidenziale che modifica la legge elettorale in base a condizioni non concordate a livello nazionale: "Si tratta di una intromissione negli affari del Consiglio Legislativo".

Il premier ha confermato la volontà del governo di Gaza di garantire la libertà di informazione e la protezione dei giornalisti operanti nella Striscia, affermando di "sperare che tutti rispettino la professionalità e l’obiettività a tutela degli interessi nazionali".

E ha sottolineato che i principi su cui si basa il suo governo sono: "Dialogo, rispetto dell’unità geografica e dell’ordine politico. Non c’è Stato palestinese a Gaza, ma non c’è Stato senza Gaza".
Ha poi precisato che è ben accolta "qualsiasi mediazione araba o islamica o internazionale che intenda saldare la frattura interpalestinese, riunire il popolo a Gerusalemme, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, accelerare la fine dell’assedio e risolvere la questione dello scambio dei detenuti".

In armonia con la politica dell’occupazione
Il capo del governo ha condannato la chiusura, da parte dell’Autorità Palestinese a Ramallah, di diverse associazioni private e benefiche. "Queste pratiche – ha dichiarato – sono in armonia con le politiche israeliane e americane che intendono colpire i mezzi che aiutano il popolo palestinese a resistere, sperando di infrangerne la forza e indebolirne la volontà".

Haniyah ha anche condannato le politiche di assassinio mirato praticate dal governo di occupazione israeliana eseguite attraverso vaste operazioni di aggressione contro il popolo palestinese. E ha chiesto alle organizzazioni regionali ed internazionali di proteggere la popolazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Si legga inoltre l’intervista a Haniyah:  Intervista di Infopal al premier Haniyah: ‘Non vogliamo uno Stato palestinese a Gaza’.

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