Durante la seduta del governo, svoltasi ieri, il primo ministro palestinese Ismail Haniyah ha rifiutato qualsiasi piano americano che intenda costruire uno stato palestinese allinterno di frontiere temporanee. Il premier ha confermato che le aggressioni israeliane stanno continuando, in contraddizione con quanto dichiarato durante lincontro del primo ministro israeliano Ehud Olmert con il presidente Abbas.
Haniyah ha affermato che le forze israeliane proseguono la politica di arresti, di penetrazione nel territorio palestinese e di espulsioni. E ha aggiunto che lintromissione negli affari interni palestinesi rappresenta un tentativo di giocare con gli equilibri politici nazionali.
E ha chiesto allAmerica di riconoscere i diritti totali del popolo palestinese, compresa la costruzione di uno stato palestinese sovrano con capitale Gerusalemme, la liberazione di tutti i prigionieri e il ritorno degli espulsi alle loro case. "Noi non ci fidiamo della politica e dei piani statunitensi ha sottolineato -. LAmerica deve riconoscere i diritti e i principi palestinesi. Altrimenti questi sono da considerarsi tentativi di salvare la situazione interna israeliana".
Per quanto riguarda lincontro a tre atteso in Giordania tra re Abdallah, il presidente Abbas e il primo ministro palestinese, Haniyah ha spiegato di aver parlato con il suo omologo giordano, Maaruf Al-Bakhit, dellinvito giordano per continuare le trattative per la formazione del governo di unità nazionale palestinese.
Haniyah ha ribadito il proprio benvenuto allinvito giordano, confermando la profondità dei rapporti e i legami tra le due parti ed esprimendo la speranza che questa visita possa aprire le porte per approfondire lunità nazionale palestinese "e impedire le intromissioni di Israele e dellAmerica negli affari interni palestinesi".
Il premier ha condannato lattacco alla casa del ministro degli Esteri, dott. Mahmoud Az-Zahar, e ha promesso che il governo troverà i criminali e manterrà lordine proteggendo il popolo palestinese, compresi i suoi ministri e deputati.
(Fonte: nostro ufficio di corrispondenza, Al-Watan, Gaza)