Haniyah si rifiuta di legare la ricostruzione di Gaza al disarmo della resistenza

MemoHaniyah ha sottolineato che il popolo palestinese e i suoi sacrifici “hanno sconfitto l’esercito israeliano”, sottolineando che le operazioni della resistenza contro l’esercito israeliano hanno costituito una svolta decisiva nella storia del popolo palestinese.

Ismail Haniyah, vice presidente dell’ufficio politico del movimento islamico palestinese Hamas, ha dichiarato che si rifiuta di legare la ricostruzione della Striscia di Gaza al disarmo della resistenza palestinese, ha riferito l’agenzia di stampa Anadolu.

Parlando durante una visita nei luoghi distrutti durante la guerra di Israele contro l’enclave, Haniyah ha detto: “Le armi della resistenza palestinese sono sacre e non vi rinunceremo; ricostruiremo la Striscia di Gaza con l’appoggio della gente che non transige sulle nostre armi in cambio della ricostruzione delle loro case. Ricostruiremo ciò che è stato distrutto dall’occupazione israeliana”.

Haniyah ha sottolineato che il popolo palestinese e i suoi sacrifici “hanno sconfitto l’esercito israeliano”, sottolineando che le operazioni della resistenza contro l’esercito israeliano hanno costituito una svolta decisiva nella storia del popolo palestinese.

Ha poi aggiunto: “Qui, da sotto le macerie vi annuncio la vittoria nonostante la distruzione, il villaggio di Khuza’a è una testimonianza della nostra vittoria e una testimonianza della distruzione e del terrorismo di Israele. E’ una testimonianza della fermezza, della maturità, della forza d’animo e della generosità del nostro popolo e dell’esecuzione da parte dell’esercito israeliano di civili disarmati”.

L’esercito israeliano è entrato nella città di Khuza’a, a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, il 24 luglio uccidendo decine di palestinesi e distruggendo la maggior parte delle case e delle moschee della città .

Le parti palestinese e israeliana hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco definitivo il 26 agosto con il patrocinio egiziano, ponendo fine all’aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza che ha portato all’uccisione di 2.153 Palestinesi e al ferimento di oltre altri 11.000, nonché alla distruzione totale di 9.000 case.

L’accordo prevede di aprire i valichi di frontiera tra la Striscia di Gaza e Israele, di consentire l’ingresso degli aiuti umanitari e di soccorso e dei materiali per la ricostruzione, e di estendere la zona di pesca a sei miglia.

Le due parti hanno in programma di riprendere i colloqui indiretti entro un mese.

Traduzione di Edy Meroli