Haniyah: siamo qui e proseguiremo fino alla costituzione del nostro Stato totalmente sovrano

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Gaza – Infopal.  Il primo ministro palestinese Ismail Haniyah ha ribadito ieri il rifiuto del suo governo al “complotto della naturalizzazione o della patria alternativa” e ha sottolineato “il diritto al ritorno e alla costituzione dello stato palestinese con capitale Gerusalemme”.

Haniyah, durante la sua partecipazione di ieri sera al ricevimento in onore della delegazione medica operante nell’ospedale da campo giordano a Gaza, così si è espresso: “In questo momento in cui i sionisti parlano di patria alternativa, di Stato giordano-palestinese o di naturalizzazione, a nome del popolo e del governo palestinesi respingo l’idea di patria alternativa e dico che non ci sarà Stato palestinese se non in terra palestinese”. Ha quindi aggiunto: “Noi e la Giordania stiamo nella stessa trincea per affrontare quello che il re Abdullah ha definito ‘il complotto del dopo-aggressione’, nella stessa trincea contro i progetti sionisti, che intendono espellere il popolo palestinese e compromettere le fondamenta degli Stati arabi vicini”.

Il primo ministro ha detto “no alla patria alternativa, no alla naturalizzazione… non si tocca la sicurezza della Giordania… noi siamo sulla nostra terra, sulla nostra sabbia… proseguiremo il nostro cammino fino alla costituzione del nostro Stato totalmente sovrano con capitale Gerusalemme, fino al ritorno dei profughi alle loro terre, da cui sono stati cacciati”. Ha quindi affermato che il popolo palestinese è dalla parte della Giordania, contro i complotti e i progetti di naturalizzazione, evidenziando il legame strategico tra i due popoli. Questa sua prima partecipazione pubblica dopo l’aggressione israeliana vuole testimoniare il suo amore per la Giordania e apprezzare gli sforzi e i sacrifici compiuti per stare accanto alle famiglie e al popolo di Gaza.

Haniyah ha espresso il rispetto del suo governo per il ruolo svolto dalla Giordania, sia da parte della dirigenza politica che del popolo, attraverso le manifestazioni, i sit-in, la mobilitazione. Durante la cerimonia è stato consegnato al capo della delegazione un dono, una copia a stampa del Corano di Gerusalemme e una riproduzione della moschea al-Aqsa, da consegnare al re Abdullah II, ed è stato premiato tutto lo staff medico.

 

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