Hanna Issa: riconoscere “l’ebraicità di Israele” danneggia la terra e la storia palestinesi

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Il segretario generale dellorganizzazione islamo-cristiana per il sostegno ad al-Quds e ai suoi luoghi santi, e esperto di diritto internazionale, Dr. Hanna Issa, ha affermato che il prerequisito imposto dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di riconoscere l’identità ebraica dello Stato di Israele, rappresenta di fatto “un ostacolo di fronte al processo di pace, e rivela una chiara intenzioni di bloccare tutti gli sforzi internazionali per riprendere i negoziati tra palestinesi e israeliani”.

In un comunicato stampa diramato lunedì 27 maggio, Issa ha dichiarato che il prerequisito in questione “rappresenta una flagrante sfida alle risoluzioni e le regole del diritto internazionale umanitario, oltre che ai diritti umani. Esso è un disperato tentativo di negare ai rifugiati palestinesi il diritto al ritorno, affermato dalla risoluzione Onu numero 194, del 1948”. Egli ha sottolineato che la mossa in questione “è indirizzata contro il popolo palestinese, la sua terra e storia. Essa rappresenta le legislazioni razziali nelle loro peggiori forme, e conferma l’assenza di volontà, da parte del governo israeliano, di raggiungere una pace giusta e duratura con i palestinesi”.

Il segretario generale ha aggiunto che “chiedere ai palestinesi, governo e popolo, di riconoscere l’identità ebraica di Israele, rappresenta il metodo più efficace per negare il diritto di ritorno dei profughi, superando la base giuridica di tale diritto e rimuovendo definitivamente la questione dall’agenda dell’Onu”. Inoltre, Issa ha ribadito che la posizione palestinese basata sul rifiuto di tale imposizione “è l’unico modo per arrestare la politica di persecuzione etnica contro la minoranza araba all’interno della Linea Verde”.

Issa ha aggiunto che “l’identità ebraica di Israele, se accettata, provocherà una nuova Nakba per i palestinesi dei territori del’48, e distruggerà i loro rapporti e legami sociali”. Ha sottolineato che “la politica israeliana mira a rafforzare la presenza ebraica, politicamente e demograficamente, ed accentuare il carattere religioso dello Stato di Israele”.

Infine, Issa si è appellato a tutto il mondo “per prendere una posizione decisa contro il fenomeno dell’estremismo e razzismo attuato dal governo israeliano, attraverso legislazioni che contrastano con il linguaggio moderno e i principi e i valori umanitari”. Ha anche esortato ad “approvare tutte le risoluzioni necessarie per condannare le politiche dell’occupazione, che violano la Dichiarazione universale e i Patti internazionali sui diritti dell’Uomo, del 1948 e il 1966, rispettivamente, che costituiscono le basi della legittimità internazionale”.