
Gaza-Mondoweiss. Di Tareq S. Hajjaj. Una delle panetterie che Israele ha bombardato nel campo profughi di Nuseirat aveva appena ricevuto un carico di farina dall’UNRWA destinato a coprire il fabbisogno alimentare dell’intero campo. Israele ha aspettato a bombardarlo una volta scaricata tutta la farina.
Il seguente report è una raccolta delle registrazioni vocali inviate dal corrispondente di Mondoweiss a Gaza, Tareq Hajjaj, il 25 ottobre.
La situazione è più terrificante di qualsiasi giorno precedente. Le persone sono rimaste in lunghe code fuori dai panifici per prendere un sacchetto di pane per ore: sei ore, sette ore, ogni giorno. Ma negli ultimi giorni più di dieci panetterie sono state colpite nel sud, la cosiddetta “zona sicura” dove l’esercito israeliano ci aveva detto di andare. Ma era una trappola. Volevano ammassarci in un unico posto e ricominciare a bombardarci. Stanno colpendo le panetterie e non sentiamo nemmeno notizie di membri di Hamas tra i morti.
Uno dei panifici colpiti nel campo profughi di Nuseirat aveva appena ricevuto un enorme carico di farina dall’UNRWA, che aveva concordato con il panificio di vendere il pane ricavato dalla farina a metà prezzo per gli abitanti del campo. L’UNRWA aveva appena finito di scaricare la merce, che avrebbe dovuto coprire i bisogni dell’intera zona di Nuseirat, quando il panificio è stato bombardato e completamente distrutto. Non colpiscono soltanto persone e case. Lasciano arrivare gli aiuti e poi li distruggono prima che raggiungano le persone che ne hanno bisogno. È calcolato e deliberato. Ha lo scopo di sterminare la popolazione civile.
Ormai sappiamo quali tipi di missili vengono usati per colpirci. Ce ne sono il cui unico scopo è la distruzione, e ce ne sono altri progettati per uccidere e lanciati contro la folla: la gente li chiama “missili mortali” perché sono progettati per uccidere ogni essere vivente in un ampio raggio. Le persone hanno iniziato a riunirsi nei negozi dei barbieri e dei parrucchieri per caricare i loro telefoni cellulari perché la maggior parte di questi saloni utilizza l’energia solare per caricare le batterie che forniscono elettricità, quindi ora anche quei negozi vengono colpiti da questo tipo di missili “mortali”.
L’esercito israeliano ha bombardato due saloni, uno a Khan Younis e uno nel campo profughi di Nuseirat. Colpiscono solo i saloni, non le zone limitrofe. Non era un danno collaterale: era un attacco deliberato contro i civili.
Questi missili sono esplosi all’interno del salone e hanno ucciso tutti coloro che si trovavano all’interno, ma l’edificio è rimasto in piedi. Ecco come funzionano questi missili. Quelli che non muoiono vengono fatti a pezzi, le loro ferite sono critiche in quasi ogni caso. Una persona può perdere metà del proprio corpo. I suoni di questi missili sono i più spaventosi perché il missile si affida alla forza dell’esplosione stessa per uccidere il suo obiettivo. L’altro giorno ho iniziato a sentire altre bombe sganciate che non avevo mai sentito prima a Gaza. La bomba è preceduta da un lungo e pronunciato fischio, ma quando esplode il suo suono è più basso delle altre bombe. Gli attacchi di artiglieria sono diventati una routine anche nel sud, e provengono dal lato est della Striscia di Gaza. Ma i missili più diffusi sono quelli progettati per distruggere vaste aree e demolire gli edifici. Dipende da dove sono le aree colpite, ma è possibile vedere le prove del loro uso osservando la portata della distruzione a Gaza.
Tutto ciò significa che le persone hanno paura di lasciare le loro case perfino per i beni di prima necessità. Quando le persone fanno la coda per il pane, sono terrorizzate. Quando si muovono per le strade, sono terrorizzati. I missili colpiscono i mercati, luoghi dove ci sono molte persone, e vengono tutte uccise. Non abbiamo mai sentito dire che un combattente di Hamas sia stato ucciso in questi attacchi. Sono sempre donne, bambini, persone a caso che camminano per il mercato. Le persone non lasciano più le loro case per nessun motivo. Nella casa in cui abito nessuno di noi è disposto a fare la coda davanti a una panetteria perché sappiamo che in ogni momento la panetteria potrebbe essere colpita. Non importa se sei un civile o no. Ma devo avventurarmi fuori per molti giorni, sia che si tratti di prendere il latte in polvere per mio figlio, pannolini o medicine. E in ogni momento continuo a pensare che questo è il giorno in cui morirò.
Tareq S. Hajjaj è il corrispondente di Mondoweiss da Gaza e membro dell’Unione degli Scrittori Palestinesi. Ha studiato letteratura inglese all’Università Al-Azhar di Gaza. Ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 2015 lavorando come giornalista e traduttore per il quotidiano locale Donia al-Watan. Ha lavorato per Elbadi, Middle East Eye e Al Monitor. Seguitelo su Twitter all’indirizzo @Tareqshajjaj.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli