Harvard contro il sionismo, il mondo accademico sfida l’apartheid

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia. È di questi giorni infatti il report dell’Associazione di supporto ai diritti umani e ai prigionieri in collaborazione con il centro internazionale per i diritti umani della prestigiosa facoltà di legge di Harvard, una missione congiunta per appurare le responsabilità dello stato sionista contro la popolazione palestinese.

Il documento è stato redatto a seguito di un appello della commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, indipendente e internazionale, per i crimini di occupazione israeliani nelle aree sottoposte al controllo del regime sionista, e vede la luce dopo un anno di attenta analisi del fenomeno.

Certo i crimini del sedicente stato di Israele sono noti da anni, ma resta importante l’adesione di questa istituzione a una commissione di inchiesta. Così facendo, infatti, il prestigio dell’ateneo accende i riflettori su una situazione che si protrae da decenni ma che spesso in Occidente è relegata ai margini del dibattito politico e mediatico. L’università americana ha indagato, insieme a una comunità eterogenea ma preparata di accademici e giuristi, sui crimini sionisti e ha confermato quanto noto da anni: gli abusi delle autorità sioniste sono sistematici, mirati e organizzati, atti ad annichilire lo spirito e a stroncare l’identità stessa del popolo palestinese. Pertanto anche Harward conferma le dichiarazioni già di B’Tsleem, Amnesty International, nonché di milioni di alleati e degli stessi palestinesi (i quali sono sempre ignorati quando si tratta di parlare di Palestina): il cosiddetto stato di Israele è, in realtà, un regime coloniale di abuso e apartheid.

Il mondo accademico e della legge ha parlato. È tempo, ora, che siano i governi a rispondere al grido di un popolo oppresso.

(Grazie a K.M. per l’articolo e a @drew_ric per la grafica).