Imemc. Giovedì 5 Giugno 2014, i soldati israeliani hanno attaccato gli studenti che partecipavano a una protesta non violenta in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, nel centro della città di Hebron, nella parte meridionale della Cisgiordania occupata.
Fonti locali hanno riferito che la protesta è stata organizzata dal Comitato di Difesa di Hebron, ed è cominciata dalla scuola al-Jaza’er, dirigendosi verso la Città Vecchia.
La manifestazione è stata quasi immediatamente attaccata dai soldati israeliani che hanno lanciato gas lacrimogeni, e hanno aggredito con i manganelli diversi palestinesi, provocando varie lesioni.
I soldati hanno anche inseguito i manifestanti nel tentativo di arrestarli, e hanno chiuso diverse strade della città.
L’esercito ha anche attaccato una manifestazione non violenta nella Città Vecchia di Hebron, e ha rapito Fahmi Shahin, membro dell’Ufficio politico del Partito popolare palestinese (PPP).
Il cittadino Imad Abu Shamsiyya, un volontario presso il centro di informazione israeliano per i diritti umani nei Territori Occupati – B’Tselem-, ha dichiarato che i soldati hanno attaccato dei manifestanti non violenti, e hanno sparato diversi gas lacrimogeni, causando in decine di persone problemi di asfissia.
Le proteste si sono svolte in solidarietà con i detenuti palestinesi, che stanno facendo uno sciopero della fame iniziato 42 giorni fa, e che stanno affrontando gravi problemi di salute.
I detenuti chiedono la fine della politica israeliana di detenzione amministrativa, arbitraria e illegittima, che detiene da tempo infinito centinaia di detenuti senza accuse o processo.
Chiedono anche condizioni di vita decenti, cure mediche adeguate, soprattutto nei confronti di detenuti affetti da malattie tumorali, cardiache, epatiche e renali, e altre, oltre al diritto all’educazione e alla fine dei continui attacchi contro di loro e i loro familiari in visita.
I prigionieri amministrativi chiedono il diritto di accedere ai tribunali, in quanto sono detenuti senza accuse o processo, in diretta violazione di tutti i trattati internazionali sui diritti umani.
Traduzione di Edy Meroli