Hillary Clinton offre sostegno ‘incondizionato’ a Israele alla conferenza AIPAC

372034CBetlemme-Ma’an. Di KillianRedden. Lunedì, la candidata democratica alla Presidenza Hillary Clinton ha dichiarato di fronte alla più imponente lobby filo-israeliana in America, che, qualora dovesse essere eletta, si “opporrebbe con forza” a ogni tentativo da parte di terzi di “imporre” una soluzione pacifica tra Israele e Palestinesi.

Durante la conferenza annuale dell’AIPAC, la Clinton ha condannato gli atti di violenza dei Palestinesi bollandoli come “terroristici” e ha definito il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni “antisemita”, evitando di fatto ogni concreto riferimento alle politiche israeliane nei territori palestinesi occupati.

L’ex Segretario di Stato statunitense ha detto che potrebbe appoggiare solo una soluzione di pace frutto di “negoziazioni dirette”, e che “si opporrebbe con forza al tentativo da parte di terzi di imporre una soluzione, anche se a proporlo fosse il Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.

Nel ribadire il suo “forte e incondizionato sostegno” a Israele, ha descritto l’alleanza tra Stati Uniti e Israele come il frutto della condivisione della “storia da parte di popoli che lottano per la libertà e l’autodeterminazione”.

“Ci meraviglia che possa esistere una roccaforte della libertà in una regione segnata dall’intolleranza”, ha continuato. “Assistendo al vivace, persino aspro, dibattito politico israeliano, noi ci sentiamo a casa”.

Ogni sua dichiarazione sembrava una dichiarazione diintenti, tesa a dimostrare una maggiore disponibilità nei confronti di Israele rispetto aBarack Obama, i cui rapporti con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu erano notoriamente compromessi.

“Uno dei primi atti al momento dell’insediamento”, ha detto, sarà invitare Netanyahu alla Casa Bianca, facendo esplicito riferimento allo sprezzante diniego all’invito di Obama durante una visita negli Stati Uniti, due settimane fa.

La Clinton ha sottolineato la necessità, per USA e Israele, di restare uniti in un’epoca in cui gli israeliani si trovano a fronteggiare “brutali attentati terroristici, con coltelli, sparatorie e tentativi di investimento,” citando in particolare l’attacco palestinese a Jaffa, in cui un turista americano ha perso la vita e nove persone, soprattutto israeliani, sono rimaste ferite.

Ha accusato la leadership palestinese di “incitare alla violenza” e di “celebrare i terroristi come martiri”.

Ad eccezione di un vago riferimento agli insediamenti israeliani, la candidata non ha menzionato le politiche israeliane nei territori palestinesi occupati, che Obama ha a più riprese condannato nel corso degli ultimi mesi.

Portare l’asse USA-Israele a ‘un livello superiore’

Da dicembre, il Segretario di Stato statunitense John Kerry, l’Ambasciatore in Israele Dan Shapiro, e il portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby hanno espresso una ferma condanna contro le politiche israeliane, responsabili del possibile fallimento della soluzione a due stati e di una concreta prospettiva di pace.

La Clinton, invece, ha espresso l’esigenza di portare l’asse USA-Israele a un “livello superiore”, dicendosi ottimista sul raggiungimento dell’accordo sul sostegno militare che gli Stati Uniti forniranno a Israele nei prossimi 10 anni, e che già ammonta a 3 miliardi di dollari all’anno.

“Gli avversari di Israele non riusciranno mai a metterci i bastoni tra le ruote,” ha ribadito Hillary Clinton.

Si è espressa anche sul movimento BDS, definendolo “allarmante” e tacciandolo di “antisemitismo”, in quanto teso a “calunniare, isolare e danneggiare Israele e la popolazione ebraica”.

“Già da tempo ho lanciato l’allarme,” ha continuato. “Dobbiamo agire in modo unitario contro il BDS”.

Ha poi aggiunto: “Dico a tutti gli studenti che devono contrastare queste pratiche all’interno dei campus di mostrarsi forti. Continuate a far sentire la vostra voce. Non permettete a nessuno di zittirvi, di prevaricarvi o di impedirvi di esprimere le vostre posizioni”.

Sul conflitto con i Palestinesi ha dichiarato: “Non possiamo restare neutrali mentre piovono razzi sui quartieri residenziali, i civili vengono accoltellati nelle strade e i terroristi kamikaze colpiscono degli innocenti. Sono valori non negoziabili”.

A proposito degli altri pericoli che minaccerebbero Israele, la Clinton ha criticato duramente l’Iran, sostenendo che, sebbene l’accordo sul nucleare raggiunto dall’Amministrazione Obama potrebbe aumentare i livelli di sicurezza globale, “non basta fidarsi e verificare. L’approccio va ribaltato: dobbiamo verificare perché non ci fidiamo”.

Ha continuato: “C’è la mano di Teheran dietro i conflitti in Medio Oriente, dalla Siriaallo Yemen, passando per il Libano.” Ha anche insinuato che l’Iran starebbe finanziando i “terroristi palestinesi”.

Ha poi concluso augurandosi che Israele e gli Stati Uniti possano restare fedeli ai “comuni valori democratici che hanno sempre costituto il fulcro delle relazioni tra i due Paesi”.

A suo avviso, entrambe le nazioni sono state “costruite sui principi di eguaglianza, tolleranza e pluralismo. Israele e America sono percepiti come fari che guidano il cammino del mondo verso questi valori”.

Traduzione di Romana Rubeo