Hosseini: ‘La liberazione della Palestina dovrebbe essere sostenuta da tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali’

Hosseini: ‘La liberazione della Palestina dovrebbe essere sostenuta da tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali’

Prosegue l‘inchiesta della nostra redazione sugli scenari geo-politici attuali con l’intervista all’ambasciatore della Repubblica d’Iran a Roma, Seyed Mohammad Ali Hosseini.

Roma – InfoPal. Di Angela Lano

Quali sono le politiche iraniane nei confronti della Questione Palestinese?

“La Repubblica islamica dell’Iran è stata tra i primi Paesi che hanno riconosciuto l’Autorità palestinese e ne è prova la trasformazione dell’Ambasciata del regime sionista a Tehran nell’Ambasciata della Palestina subito dopo la vittoria della Rivoluzione islamica. Esistono buoni rapporti con tutti i gruppi palestinesi, tra cui Hamas, e li sosteniamo nei loro sforzi per la realizzazione dei loro alti obiettivi. Il popolo palestinese come qualsiasi altro popolo desidera la liberazione della propria terra e questo è il vero motore della resistenza  palestinese di fronte all’occupazione.

“Questo obiettivo del popolo palestinese dovrebbe trovare il sostegno e il riconoscimento di tutti i Paesi e delle organizzazioni internazionali. L’Iran, per questo motivo, sostiene la causa palestinese, percorrendo tutte le strade lecite che vanno nella direzione del supporto a un popolo che negli ultimi sessant’anni ha subito uno dei più tragici crimini della storia.

“La soluzione proposta dall’Iran per la questione palestinese è il referendum: i palestinesi, come gli altri popoli del mondo, hanno il diritto di determinare il proprio destino e perciò bisogna creare i presupposti affinché la popolazione originaria della Palestina, indifferentemente dalla fede religiosa, e dal  territorio in cui vive nel mondo, partecipi a un grande referendum per determinare la forma del futuro governo. Attraverso questo progetto equo e democratico nascerà un governo che in un secondo momento deciderà sulla questione degli  immigrati non originari della Palestina.

“La nascita dei movimenti di resistenza come Hezbollah in Medio Oriente è il frutto dell’occupazione e dell’aggressione da parte del regime sionista verso altri popoli e le loro terre nella nostra regione. Pertanto, la nazione iraniana, in linea con la propria cultura, civiltà e principi religiosi, è vicina a tutti i popoli  oppressi, sostenendo la loro resistenza di fronte agli occupanti e offrendo loro assistenza”.

Possiamo parlare di “venti di guerra” contro l’Iran? Qual è, secondo lei, lo scenario possibile? Quali dinamiche mondiali e regionali scatenerebbe una guerra contro l’Iran? E a chi gioverebbe?

“Infondate e imponderate affermazioni rese da alcune tra le autorità americane e dai responsabili del traballante regime sionista contengono minacce di attacco militare alla Repubblica islamica, chiaramente di natura propagandistica. Seppur, ultimamente, si sia registrata una retrocessione da tali posizioni, noi abbiamo contemplato diverse opzioni per altrettanto diversi possibili scenari”.

Un conflitto contro l’Iran potrebbe trasformarsi in una “Terza guerra mondiale”? Oppure in un conflitto tra sunnismo e sciismo, e relativi Paesi sostenitori?

“Le probabilità di un eventuale attacco sono molto deboli, tuttavia, se questo accadesse, la vastità delle sue dimensioni e la sua complessità renderanno tutto imprevedibile.

“Non ritengo giusta la divisione fatta da lei tra sciiti e sunniti: essi sono membri del corpo unico della Umma islamica e sono uniti, nel quadro dei principi sacri della religione islamica, nel chiedere giustizia di fronte alle ingiustizie di cui nel mondo le potenze arroganti si rendono responsabili”.

I rapporti tra l’Iran, la Russia, la Cina, il Brasile e l’America Latina in generale. Ce ne vuole parlare?

“La Repubblica islamica dell’Iran intrattiene buoni rapporti con la maggior parte dei Paesi del mondo, tra cui la Russia, la Cina e il Brasile. Con questi tre Stati abbiamo strette collaborazioni in quasi tutti i settori, che vanno dalla politica all’economia e alla cultura, ed esistono tra di noi buone interazioni sulle tematiche regionali e internazionali. Tutti e tre i Paesi sono importanti partner commerciali dell’Iran, e in particolare la Cina, con un volume di interscambio di 30 miliardi di dollari nello scorso anno, è il principale partner iraniano, con il quale le relazioni attualmente esistenti si svilupperanno  maggiormente nel prossimo futuro.

“La storia delle relazioni tra noi e la Russia risale a secoli orsono. I due Paesi, oltre ad avere sviluppato vaste collaborazioni economiche, commerciali, industriali, e tecnologiche, hanno affinità di vedute e strette consultazioni riguardo le problematiche regionali e internazionali.

“Per ciò che concerne il Brasile, negli ultimi anni le relazioni tra i due Paesi si sono sviluppate notevolmente e le potenzialità esistenti fanno prevedere un futuro brillante per i rapporti bilaterali”.

Cosa rappresenta per l’Iran la recente decisione dell’Unione Europea di imporre un embargo petrolifero? 

“Questa domanda la dovrebbe porre alle autorità europea o ai responsabili dell’Unione Europea che hanno deciso di imporre l’embargo petrolifero contro l’Iran in maniera illegale. Una decisione in contrasto non solo con gli interessi dei popoli d’ Europa ma addirittura in contraddizione con le risoluzioini del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un’azione in linea con le decisioni ostili degli Stati Uniti e dei pochi Paesi alleati degli Usa contro la nazione iraniana. Purtroppo, per questo motivo,  Stati amici dovrebbero essere più vigili. Apparentemente è stato dichiarato che l’obiettivo di tale decisione è quella di fare pressioni sull’Iran per fermarlo oppure per indurlo a tornare al tavolo dei negoziati, debbo dire che questo ragionamento è privo di qualsiasi fondamento giuridico, e in generale, la politica basata sulle sanzioni, le minacce e le pressioni contro i popoli non aiuta a risolvere i problemi o a fugare dubbi, ma rende solo più complicate le situazioni”.

Con quale Paese verrà rimpiazzata la percentuale di esportazioni di greggio rigettate dalla Ue?

“Oggi il petrolio si è trasformato in un bene strategico da cui dipende l’economia della maggior parte dei Paesi industriali del mondo. E’ un dato di fatto che il petrolio in ogni luogo e per lungo tempo avrà il suo mercato. Contrariamente a quanto immaginato dall’Occidente, l’embargo imposto dall’Europa ha aumentato i compratori del petrolio iraniano e i Paesi indipendenti hanno immediatamente aumentato la propria richiesta di importazione. Tali notizie sono state riprese da molte agenzie e media  nel mondo. Non  bisogna dubitare, quindi, sul fatto che se l’embargo petrolifero imposto dall’Unione Europea diverrà effettivo, i veri perdenti saranno gli stessi Paesi europei”.

Quali sono, secondo lei, i problemi cui andrà incontro l’Europa? 

“Loro sono deboli nel campo del confronto logico e della dialettica basata sulla razionalità. Proprio per questa ragione parlano dell’uso della violenza e ricorrono alla retorica della guerra. La sola logica conosciuta dall’America è l’utilizzo della forza e della guerra come unica modalità per la realizzazione delle sue politiche. L’Iran,  tuttavia, è abbondantemente in grado di affrontare qualsiasi minaccia e rispondere ad eventuali attacchi da parte di qualsiasi Paese. La nazione iraniana, durante gli otto anni di guerra imposta dall’ex dittatore iracheno Saddam Hussein, che godeva del totale sostegno dei paesi occidentali, ha dato prova di questa capacità; le risorse di cui l’Iran oggi dispone sono in realtà ben superiori a quelle di allora e pertanto ci si augura che un simile errore non venga commesso una seconda volta”.

Italia e Iran hanno un recente passato di relazioni di cooperazione e di amicizia… Come sono i rapporti attuali?

“Fortunatamente i rapporti tra l’Iran e l’Italia – basati su una lunga storia comune e affinità culturali, nonché sul reciproco rispetto e comunanza di interessi – non saranno scalfiti da alcune problematiche temporanee, e men che meno verrà a mancare la volontà dei due governi e dei due popoli di sviluppare le loro relazioni e rafforzare le loro collaborazioni. Le numerose potenzialità esistenti per la collaborazione di questi due Paesi, importanti per la loro posizione strategica nel mondo,  potrebbero concretizzarsi attraverso più strette consultazioni e idonei programmi. Dinnanzi alle comuni preoccupazioni per la sicurezza, all’aggravarsi di fenomeni quali il terrorismo, l’integralismo, la massiccia produzione di droghe e il diffondersi del narcotraffico, l’Iran e l’Italia, attraverso il dialogo, da sempre caratteristica del loro positivo rapporto, possono e devono svolgere un ruolo attivo e costruttivo sulla via della pace e della sicurezza globali”.