HRW: sottrarre le case palestinesi come punizione collettiva è un crimine di guerra

New York – MEMO. Giovedì, lo Human Rights Watch (HRW) ha dichiarato che le misure delle autorità israeliane per sigillare le case di due palestinesi sospettati di attacchi contro israeliani “equivalgono a una punizione collettiva” ed è un “crimine di guerra”.

Le punizioni israeliane sono state attuate contro le famiglie di Khairy Alqam, 21 anni, che venerdì 27 gennaio ha aperto il fuoco nella colonia israeliana di Neve Yaakov, nella Gerusalemme Est occupata, uccidendo sette coloni e ferendone altri tre, oltre a Mahmoud Muhammad Aliwat, 13 anni, accusato dalle forze israeliane di aver compiuto un attentato a Silwan, nella Gerusalemme occupata.

Sabato, le forze israeliane hanno deciso di sigillare le case di Alqam e Aliwat nei quartieri di Jabal Mukaber e Silwan, nella Gerusalemme Est occupata, in preparazione per la loro demolizione.

Il direttore di HRW per Israele e Palestina, Omar Shakir, ha affermato che “tali attacchi non possono giustificare che le autorità israeliane puniscano intenzionalmente le famiglie dei sospetti palestinesi, demolendo le loro case e gettandole per strada”.

Secondo lo HRW, le autorità israeliane continuano a detenere i parenti della famiglia Alqam, mentre un avvocato della famiglia di Aliwat ha dichiarato che le autorità israeliane hanno arrestato la madre, il padre ed il fratello del ragazzo dopo l’attacco.

Le autorità israeliane hanno anche adottato una serie di altre misure in risposta all’attacco a Neve Yaakov, tra cui l’inasprimento della punizione contro i proprietari palestinesi per “costruzione illegale” a Gerusalemme Est, che ha già portato alla demolizione di proprietà, comprese case, di palestinesi per i quali i permessi di costruzione sono quasi impossibili da ottenere.

Le autorità israeliane hanno anche affermato di voler “rafforzare” le colonie in Cisgiordania, che violano il diritto internazionale, e hanno presentato una legge per revocare la cittadinanza o la residenza permanente a chiunque commetta “un atto di terrorismo”, che ha superato la sua prima lettura alla Knesset, il 31 gennaio.

L’Osservatorio per i diritti ha anche messo in evidenza l’escalation della violenza dei coloni in Cisgiordania dopo la sparatoria a Gerusalemme, osservando che “tra il 2005 e il 2021, la polizia israeliana ha chiuso il 92% delle indagini contro i coloni che hanno aggredito i palestinesi, senza accusarli”.

Lo HRW ha affermato che “il diritto umanitario internazionale, compresi i regolamenti dell’Aia del 1907 e la Quarta Convenzione di Ginevra, proibisce la punizione collettiva, incluso il danneggiamento deliberato dei parenti di coloro che sono accusati di aver commesso crimini, in tutte le circostanze”.

“I tribunali di tutto il mondo hanno trattato la punizione collettiva come un crimine di guerra. Tuttavia, la Corte Suprema israeliana ha costantemente respinto l’affermazione secondo cui la pratica del governo israeliano di demolizioni punitive di case nei Territori palestinesi occupati equivale a una punizione collettiva”, ha aggiunto.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.