
Istanbul-InfoPal. Di Angela Lano. Nell’ambito dell’annuale Conferenza della “Coalizione globale a sostegno di Gerusalemme e della Palestina”, che si svolge in questi giorni a Istanbul, in Turchia, si è appena concluso il “I Congresso internazionale di studiose in Scienze religiose e sociali” che ha come focus la Questione palestinese. Un movimento femminile anti-epistemicidio culturale ed etnocidio palestinese.

Abbiamo incontrato Hanan Abuhussein, docente giordana di origine palestinese, rappresentante delle circa 500 tra scholar – ricercatrici, studiose, docenti – e insegnanti musulmane occupate in temi educativi, sociali e di preservazione dell’identità palestinese. Arrivano dal mondo arabo, dal sud-est asiatico, dall’Africa: un grande movimento di ricercatrici ed educatrici musulmane, creato a partire dal genocidio israeliano a Gaza, nel 2023, per diffondere consapevolezza e conoscenza sulla Palestina in tutto il mondo islamico.
“I nostri obiettivi sono proprio questi – racconta Abuhussein -, la preservazione dell’identità culturale e della corretta narrazione sulla Questione palestinese, la giusta presentazione del caso palestinese, l’educazione delle giovani generazioni musulmane ai temi della Palestina”.
“Non è solo questione della terra, per i Palestinesi – ha proseguito -. E’ anche una questione di cultura, retaggi sociali e familiari, identità – tutti aspetti che il colonialismo israeliano cerca di distruggere, insieme a interi gruppi familiari nella Striscia di Gaza, o nella pulizia etnica della Cisgiordania e a Gerusalemme. Proprio a causa del genocidio a Gaza è necessario aiutare le famiglie palestinesi smembrate e decimate a rimettere insieme i pezzi, a riunirsi. Dobbiamo aiutarle a ricollegare le parti spezzate della loro società”.
Da 80 anni, Israele sta portando avanti la pulizia etnica della Palestina, genocidi sistematici e una distruzione del patrimonio culturale, sociale. Un vero e proprio etnocidio.
“Israele, appoggiato dagli USA, dall’Europa e da governanti arabi conniventi, è arrogante: è abituato a non considerare gli altri come esseri umani, per questo, come organizzazione di studiose, abbiamo sentito il dovere di impegnarci per diffondere conoscenza ed educazione, soprattutto tra i nostri giovani, in modo che possiamo andare avanti e vedere una risoluzione a tutto questo. Dobbiamo continuare a raccontare la storia della Palestina e a contrastare la propaganda israeliana”, conclude Abuhussein.