I cristiani palestinesi celebrano la Pasqua tra i disordini in Terra Santa

unnamedBetlemme-Ma’an. Di Emily Mulder. I cristiani palestinesi hanno festeggiato la Pasqua con le celebrazioni tradizionali nella città vecchia della Gerusalemme Est occupata, anche se la festa è stata segnata dai continui disordini in Terra Santa e dalle severe restrizioni israeliane sulla circolazione dei Palestinesi.

Wadi Abu Nasser, consigliere della Chiesa Cattolica, ha detto a Ma’an che diverse migliaia di pellegrini erano scesi nella Chiesa del Santo Sepolcro nella Città Vecchia, ritenuto dai cristiani il luogo della crocifissione, sepoltura e resurrezione di Gesù Cristo.

Tuttavia, ha affermato che l’affluenza è stata significativamente inferiore agli anni precedenti. “E ‘molto insolito”, ha detto. “C’è stato un calo nel numero soprattutto a causa dell’instabilità del Medio Oriente in generale, e dell’ondata di violenza qui in particolare.”

Il territorio palestinese occupato e Israele sono scossi da proteste popolari e un aumento della violenza dallo scorso ottobre, e il turismo ha sofferto un calo importante in tutto questo periodo.

Le celebrazioni pasquali di quest’anno sono anche state funestate da gravi restrizioni alla circolazione palestinese. Prima delle celebrazioni di quest’anno, il Rettore del Patriarcato Latino di Gerusalemme, Jamal Khader, ha criticato Israele perchè impedisce storicamente l’accesso dei Palestinesi a Gerusalemme.

“Avere tutte quelle restrizioni che impediscono ai cristiani di festeggiare nella città santa è non solo contro la libertà di culto, è contro l’identità della città stessa”, ha detto Khader.

A dei cristiani, tra cui 850 di Gaza, è stato infatti concesso il permesso di partecipare alle celebrazioni di quest’anno a Gerusalemme, ma i commenti hanno affermato che questa concessione limitata è giunta a scapito dei musulmani palestinesi.

Hamma Amira, che dirige il Comitato Presidenziale Superiore degli Affari delle Chiese in Palestina, ha osservato che ai cristiani della Striscia di Gaza era stato dato il permesso di visitare Gerusalemme pochi giorni dopo che Israele aveva  annullato il tradizionale viaggio di una settimana ai musulmani palestinesi da Gaza alla moschea di Al-Aqsa .

Le autorità israeliane hanno detto che le visite ad Al-Aqsa erano state bloccate perché gli abitanti di Gaza non era tornati subito nel territorio costiero assediato, come previsto dall’accordo, e che rappresentavano una minaccia alla “sicurezza”.

Amira ha affermato che la decisione di Israele di permettere d’ ora in poi ai cristiani di Gaza di visitare Gerusalemme contraddice direttamente il succitato problema di sicurezza, e credeva che mirasse ad approfondire il divario preesistente tra la comunità cristiana e musulmana nel territorio palestinese occupato.

“Questo accade sempre. Cercano di giocare sulle nostre differenze religiose”, ha detto.

L’accesso a Gerusalemme è stato negato anche a quasi tutti i musulmani palestinesi della Cisgiordania occupata durante le recenti celebrazioni pasquali a causa della completa chiusura militare dell’area imposta dai militari israeliani durante la festa ebraica di Purim.

Durante il Purim, i Palestinesi sono stati soggetti a pesanti restrizioni alla visita del compound della moschea di Al-Aqsa, mentre gli ebrei israeliani erano scortati dalla polizia al sacro luogo.

Khader ha detto che Gerusalemme dovrebbe essere aperta a persone di ogni provenienza. “E ‘una città santa che ha luoghi sacri per ebrei, cristiani e musulmani”, ha detto. “Non potremo mai avere l’esclusiva per la città e averla per una religione solamente.”

Chloe Benoist ha contribuito al report da Gerusalemme.

Traduzione di Edy Meroli