Il programma per bambini, "Farfur", trasmesso dal canale satellitare Al-Aqsa, vicino al movimento di Hamas, che ha sede nella città di Gaza, ha sollevato una forte e imprevista polemica nei mezzi di informazione israeliani e occidentali. E’ stato infatti accusato di lanciare messaggi politici e non professionali.
Il programma, che s’intitola Ruad Al-Ghad, è presentato da una bambina e da un ragazzo che recita la parte di Farfur (la versione in arabo di Topolino), ha subito un forte attacco da parte delle organizzazioni israeliane e americane specializzate nel monitoraggio dellinformazione. Esse ritengono che il programma trasmetta messaggi ai bambini in modo contrario alle regole della deontologia professionale.
"Ruad Al-Ghad – spiegano gli autori – è un programma settimanale che offre l’opportunità ai bambini di esprimere opinioni e pensieri su un argomento preciso che viene scelto per ogni puntata. Durante la trasmissione, la presentatrice, la piccola Sara’a Barhum, e Farfur tentano di diffondere i principi e le regole dellislam ai bambini".
E aggiungono: "Questo non è piaciuto alle organizzazioni israeliane e occidentali, che hanno inviato decine di lettere al canale Al-Aqsa per commentare il programma e criticarne il contenuto".
Un’organizzazione israeliana ha affermato che Farfur comunica la superiorità dellislam e lodio verso Israele e gli Stati Uniti, e sfrutta ogni momento per inculcare queste idee ai bambini.
Anche alcune organizzazioni palestinesi ufficiali hanno criticato il programma e ne hanno chiesto la sospensione.
Tuttavia, il presidente del consiglio direttivo del canale satellitare Al-Aqsa, Fathi Hamad, ha rifiutato la strana campagna contro il programma Ruad Al-Ghad e contro il canale, e ha sottolineato il proprio rifiuto alle intromissioni nelle scelte editoriali.
Hamad ha spiegato a Infopal.it che la campagna di critica del programma avviene nell’ambito di un piano occidentale e israeliano volto ad aggredire lislam e la questione palestinese. Essi rifiutano qualsiasi discorso che riguardi il diritto al ritorno, la condizione dei prigionieri, la moschea di Al-Aqsa, e vogliono spegnere qualsiasi voce palestinese che osi affrontare questi argomenti.
Il presidente di Al-Aqsa ha sottolineato che "il messaggio del programma ‘Ruad Al-Ghad’ si basa sulleducazione del popolo palestinese alla propria patria, ai propri diritti – in particolare il diritto al ritorno – e a mantenerne la memoria nelle future generazioni. Noi usiamo i nostri mezzi per educare i nostri bambini secondo i nostri principi e le nostre abitudini. Qualsiasi critica rappresenta una intromissione nei nostri affari interni, e una violazione alla libertà di informazione a livello internazionale e locale.
Hamad ha rifiutato anche la critica da parte di organizzazioni palestinesi, in particolare della televisione Falastin: "Loro dicono che noi non siamo professionali, ma la nostra popolarità è in crescita. ‘Professionalità’, per loro, significa che dobbiamo accettare e seguire la politica americana e israeliana. Ma noi lo rifiutiamo con forza".
Da parte sua, Saleh Al-Na’ami, esperto di affari israeliani, ha dichiarato a Infopal.it che "la campagna dei mezzi di informazione isreliani contro il programma fa parte della politica delle doppie misure che lo Stato di occupazione e il mondo occidentale usano nel trattare con i palestinesi.
E ha aggiunto che "leducazione in Israele si concentra sulla politica di istigazione allodio verso il popolo palestinese.
Ciò che è permesso allo stato di occupazione è proibito ai palestinesi. Quella della liberazione dei detenuti è una richiesta giusta, garantita dalla regole e dalle leggi internazionali. Parlare dellamore per la propria terra è un fatto naturale. La questione riguarda solo la politica dei ‘due pesi e due misure’.
Al-Naami ritiene che Israele perseguiti i palestinesi in tutto e che li metta sotto la lente di ingradimento per imporre la propria logica in fatto di educazione, informazione e religione, pena, l’accusa di "terrorismo.
Mustafa Al-Barghouthi, ministro dellinformazione palestinese, ha espresso la propria meraviglia per l’ampiezza della campagna che sta effettuando la stampa israeliana e occidentale contro il programma, ma ritiene che il suo contenuto e la maniera di comunicazione devono essere rivisti.
In comunicato stampa, Al-Barghouthi ha dichiarato: I mezzi di informaione israeliani e occidentali esagerano molto e hanno falsificato, nella traduzione, qualche testo del programma.
Il ministro dellinformazione ha spiegato che l’obiettivo di queste campagne è affrontare il grande lavoro della stampa palestinese nel denunciare le violazioni israeliane, impedendo la circolazione di tanti video che documentano i crimini dellesercito di occupazione – uso di scudi umani, uccisioni di bambini -, e ha definito come "di parte", le accuse lanciate dai media.
Tuttavia, Al-Barghouthi ha anche espresso qualche riserva sul programma e ha dichiarato: Abbiamo parlato con i responsabili del canale satellitare Al-Aqsa e da soli hanno deciso di rivedere il programma. Questo è un fatto che noi apprezziamo molto".
E ha sollecitato la revisione del contenuto dei programmi e il loro modo di comunicare le questione politiche, confermando comunque il diritto di parlare del sentimento nazionale e dei
diritti dei palestinesi.