I militari israeliani uccidono 18 palestinesi e ne feriscono altri 50 feriti in tre giorni di bombardamenti.

18 palestinesi uccisi e 50 feriti: questo è il bilancio di tre giorni di incessanti attacchi aerei e di terra israeliani contro il nord della Striscia di Gaza.

Il numero totale di morti, in questo mese, ha raggiunto i 119.

Il dott. Mu’awiyah Abu Hasanien, direttore generale del dipartimento di emergenza del ministero della Sanità palestinese, ha dichiarato che le truppe israeliane, durante i bombordamenti della Striscia – Beit Hanoun, Beit Lahiya e Jabaliya -, hanno fatto e fanno tuttora uso di armi proibite a livello internazionale. Ciò risulta dal grande numero di feriti e dalla tipologie stessa delle ferite: persone carbonizzate o con la pelle bruciata, organi interni spappolati, ecc.

"Le truppe israeliane stanno usando armi proibite – ha spiegato Hasanien – che lasciano handicap permanenti sulle vittime e fanno a pezzi gli arti".

Il medico sollecita tutte le organizzazioni umanitarie e legali, compresa la Croce Rossa, a "intervenire immediatamente per esercitare pressioni affinché il governo israeliano fermi gli atti criminali dell’esercito".

Più di 450 cittadini palestinesi, molti dei quali bambini, sono stati uccisi dai militari israeliani da giugno a novembre.
1.548 sono stati feriti, di cui molti gravemente.

Personale sanitario e ambulanze sono stati colpiti dal bombardamento delle truppe israeliane, uccidendone e ferendone a decine.

Dirigenti dell’Onu, compresi commissari dell’UNRWA e dell’UNHCR, hanno visitato la Striscia di Gaza e hanno denunciato la politica delle uccisioni di massa di civili innocenti attuata dall’esercito israeliano.


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